Libano, rientrati i Pontieri piacentini. Rimosse decine di mine antiuomo
07 Giugno 2013 13:26
E’ una pace calda quella tra Libano e Israele, basta una scintilla per far precipitare la precaria tregua tra i due paesi mediorientali perennemente in conflitto. I caschi blu della missione internazionale Unifil si pongono come forza di interposizione. Ogni sei mesi le Brigate italiane si passano il testimone per mantenere la pace in quell’area. Insieme alla Brigata aeromobile Friuli, nel contingente italiano, con base a Shama, è stata inserita una Compagnia del secondo Reggimento Genio Pontieri di Piacenza formata da 70 militari rientrati da poco in Italia. Una delle attività principali è stata la bonifica del terreno che divide i due Stati invaso dalle mine posizionate dall’esercito israeliano per evitare invasioni. Un’attività particolarmente difficoltosa per le condizioni in cui il team Minex opera. Per aprire un corridoio occorrono mesi.
“E’ stata dura, anche se era inverno faceva molto caldo e per individuare e portare alla luce gli ordigni occorre molta concentrazione, inoltre si lavora con una tuta antideflagrazione di 13 chili” commenta il caporalmaggiore scelto Giuseppe Falcone. Oltre all’attività di sminamento, in Libano i Pontieri piacentini hanno anche realizzato una strada a servizio della popolazione locale. “Ci hanno accolto con calore e ringraziato per il lavoro svolto regalandoci grandi soddisfazioni umane e professionali, questo significa che anche chi ha operato prima di noi ha lavorato bene” ha dichiarato il maresciallo Nicola Prezioso, addetto ai Comandi. La missione internazionale impone ai militari sei mesi lontani da casa. “E’ difficile però siamo militari e questa è la vita che abbiamo scelto e ne siamo orgogliosi” aggiunge il comandante di Compagnia Alessandro Zarzana. I militari piacentini sono stati in Libano per la prima volta. In passato erano stati impegnati nelle missioni in Kosovo e Afghanistan. Il comandante del secondo Reggimento Genio Pontieri, tenente colonnello Rocco Capuano ha tracciato un bilancio molto positivo per la missione svolta e ha confermato che al momento non ne sono previste altre, ci sono solo alcuni uomini inviati in missione per specifiche professionalità. “La missione internazionale – conclude il comandante – ci consente di mettere in pratica i nostri addestramenti e di renderci utili fuori area, questo per noi è motivo di grande orgoglio”.
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