Poliziotti arrestati: ai domiciliari un quarto agente, 2 ancora in carcere
25 Giugno 2013 11:55
E’ stato scarcerato un quarto agente della questura di Piacenza dei sei arrestati il 15 aprile dai carabinieri del Nucleo investigativo nella maxi inchiesta antidroga e prostituzione che aveva portato in carcere complessivamente 13 persone. Le accuse per i poliziotti permangono ma, in seguito all’interrogatorio del 19 giugno scorso, il gip ha ritenuto che non fosse più necessaria la misura cautelare in carcere per Luciano Pellilli. Al momento restano nel carcere di Opera ancora due agenti: Luca Fornasari e Paolo Bozzini. Erano già stati scarcerati Enrico Milanesi, Claudio Anastasio e Paolo Cattivelli.
NOTIZIA DELLE 7 – Nuova puntata nella vicenda giudiziaria dei sei poliziotti arrestati dai carabinieri del Nucleo operativo con accuse che vanno dallo spaccio di droga al favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. In Tribunale si è tenuto davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Bersani un nuovo incidente probatorio che riguarda uno degli agenti: si tratta di Enrico Milanesi, indagato per presunte irregolarità relative alla concessione di documenti ad alcuni stranieri. Accuse che lui respinge.
Il poliziotto era stato scarcerato la scorsa settimana dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Bologna. I giudici avevano accolto il ricorso in Appello presentato dagli avvocati Filippo Fornaroli e Luca Gatti e il loro assistito aveva potuto tornare a casa ma i legali avevano presentato al gip Bersani una richiesta di incidente probatorio (udienza in cui si “cristallizzano” le prove testimoniali che possono dunque essere utilizzate in giudizio) in cui sentire una collega dell’indagato. Il giudice ha accolto la richiesta e ieri è stata sentita l’agente alla presenza del gip, del pubblico ministero Antonio Colonna e degli avvocati dell’indagato ora a piede libero.
L’assistente capo Enrico Milanesi (39 anni) deve rispondere delle accuse di favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina e di falso. Per il tramite dei suoi difensori ha sempre sostenuto di essere estraneo alle circostanze che gli vengono contestate.
Secondo quanto si è appreso ieri mattina si è parlato di un intervento effettuato dall’indagato e dalla sua collega nella sede del Comando della polizia municipale. Il tutto in merito alla posizione di un extracomunitario che aveva esibito un documento di cui si doveva valutare l’autenticità. A conclusione dell’udienza i legali si sono detti soddisfatti dell’esito della testimonianza.
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