Antonino d’Oro a Lanfranchi: “Piacenza è solidale”
04 Luglio 2013 08:30
Quattro i vescovi che hanno celebrato la solenne messa in Sant’Antonino per festeggiare il patrono di Piacenza: insieme a Monsignor Gianni Ambrosio, guida della diocesi di Piacenza e Bobbio, erano presenti Monsignor Antonio Lanfranchi, arcivescovo di Modena-Nonantola, premiato con l’Antonino d’oro 2013, e mons. Enrico Solmi e mons. Carlo Mazza, rispettivamente vescovi di Parma e Fidenza.
Molto sentite e partecipate le parole del piacentino mons. Lanfranchi dopo aver ricevuto l’Antonino d’oro: “Siamo bombardati oggi da legami cattivi che generano violenza. I legami buoni sono tessuti dagli affetti della famiglia e dai valori religiosi, fanno riferimento a persone concrete, che i legami buoni li hanno scritti nel cuore. Passione, dedizione, capacità di mettersi in gioco sono tipici dei legami buoni, io li riassumerei in una parola: la mia piacentinità, il mio essere anche montanaro. Voglio interpretare così questo riconoscimento: i legami buoni mi hanno portato a leggere quello che vorrei essere, questo premio è il ritratto di come vorrei essere più che di quello che sono. Alla base dell’Antonino e delle sue motivazioni c’è l’ispirazione di tutto il mio ministero, questo premio mi ricorda di essere pastore e vescovo tra la gente, esperienza che nell’ultimo anno ho vissuto a fianco delle popolazioni terremotate. Mi ha fatto vivere un nuovo modo la comunità”.
Monsignor Lanfranchi ha parlato a lungo delle macerie in cui si sono trovati a vivere gli emiliani colpiti dal sisma e di come ha cercato di dare vita al loro fianco “ai sentimenti che porta nel cuore”. Infine l’augurio ai piacentini, che ha ringraziato per il premio, di aprirsi alla speranza sull’esempio di Sant’Antonino. Monsignor Ambrosio, al termine del discorso dell’arcivescovo, gli ha consegnato un assegno della Caritas di 7.000 euro che si vanno a sommare ai precedenti 100.000 donati nei mesi scorsi per dare un sostegno concreto alle popolazioni terremotate.
Durante la messa il sindaco Paolo Dosi ha offerto il cero della città di Piacenza. Quest’anno infatti non si è svolta la processione dei ceri per tornare a una cerimonia più semplice. Nella chiesa gremita erano presenti nelle prime file le istituzioni locali ma anche tanti fedeli. Nella sua omelia il vescovo Ambrosio ha insistito sull’importanza di seguire l’esempio del Santo patrono della città.
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