Confagricoltura: annata negativa per i cereali. Da importare il 50% di grano tenero
06 Agosto 2013 10:42
Un’annata agraria da scrivere sul libro nero, quella del 2013: questo il pensiero condiviso degli agricoltori piacentini e sintetizzato nelle considerazioni di Ercole Parizzi, presidente della Sezione di Prodotto Colture Industriali di Confagricoltura Piacenza. “La campagna 2013 è iniziata male sotto tutti gli aspetti: con pioggia e basse temperature fino a giugno. Poi, siamo passati dall’acquitrino alle ondate di calore che mettono sotto scacco il mais tardivo. Proprio a causa dell’andamento climatico, questa coltura si è rivelata essere quasi una scelta obbligata per non lasciare i campi vuoti dopo che a marzo abbiamo dovuto cambiare i piani colturali riducendo gli appezzamenti a bietole e pomodoro da industria. Lo stadio in cui si trova il mais ora lo rende molto sensibile allo stress idrico e mancando un serio piano di gestione delle acque rischiamo l’emergenza anche in un’annata come questa. La trebbiatura del grano si è conclusa ed il raccolto del frumento tenero del 2013 esce molto ridimensionato. Meno grano italiano vuol dire, inevitabilmente, più grano importato. “A fronte della minore disponibilità di prodotto nazionale e della prospettiva di dover importare oltre il 50% del fabbisogno interno di frumento tenero – prosegue Parizzi – la tendenza al ribasso dei prezzi del mercato italiano è in sintonia con l’andamento dei mercati internazionali che tiene conto della grande abbondanza dei raccolti 2013 in alcuni paesi esportatori come la Russia, l’Ucraina, la Francia e la Germania.
“Calano anche le quotazioni del mais nazionale nonostante i timori, manifestatisi negli scorsi mesi, di rimanere a corto di materia prima. Per il momento – sottolinea Parizzi – il mais non sembra essere stato compromesso quanto il grano tenero dal maltempo, anche se è stato necessario riseminare alcune varietà precoci letteralmente annegate dalle piogge primaverili e le varietà tardive sono in balia delle bizzarrie del tempo. Certo – conclude Parizzi – è un’annata davvero difficile”.
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