“Due poliziotti avevano finto di incenerire la droga sequestrata”
17 Agosto 2013 07:00
«Due dei poliziotti arrestati non hanno distrutto nell’inceneritore di Borgoforte circa sette etti di hashish sequestrati durante un’operazione antidroga, ma lo stupefacente è stato invece trovato in casa del pensionato finito in manette con loro lo scorso 11 aprile». E’ una nuova sconcertante accusa rivolta dalla Procura della Repubblica a due dei poliziotti finiti in manette nel blitz dei carabinieri del Nucleo investigativo. Si tratta di Paolo Bozzini (accusato di spaccio e falso) e Paolo Cattivelli (accusato di falso in atto pubblico). Secondo gli investigatori dell’Arma, sarebbero stati loro a dover procedere alla distruzione della droga, come attesterebbe un verbale individuato dagli inquirenti nel corso delle indagini. Cosa che invece non sarebbe avvenuta. Nei loro confronti sono scattate le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e falso in atto pubblico. Entrambi sono stati sentiti in merito a queste nuove accuse dal sostituto procuratore della Repubblica Michela Versini che coordina le indagini sulla vicenda e a quanto si è appreso il primo (difeso dai legali Paolo Veneziani e Stefano Piva) si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il secondo, (rappresentato dagli avvocati Vittorio Antonini e Luigi Alibrandi) ha respinto gli addebiti, negando che la sigla sul verbale contestato sia attribuibile a lui e spiegando che, come ha ribadito l’avvocato Antonini, “quel giorno non era neppure in servizio”.
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