Omicidio via Degani: individuato l’assassino. E’ irreperibile
24 Agosto 2013 11:47
L’assassino di Giorgio Gambarelli ora ha un nome e una storia: secondo la Procura di Piacenza è stato un 26enne di origine tunisina, pregiudicato e senza fissa dimora, l’autore dell’efferato omicidio di via Degani.
Il presunto colpevole del delitto è stato dunque identificato ma al momento risulta essere irreperibile e secondo gli investigatori la sua fuga l’ha già condotto da tempo fuori dai confini italiani.
Il 13 agosto scorso il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Bersani, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, con l’accusa di omicidio volontario.
A chiarire i passaggi che hanno portato gli inquirenti sulle tracce del 26enne è stato il sostituto procuratore Ornella Chicca, responsabile delle indagini condotte a pieno ritmo dal nucleo Investigativo dei carabinieri di Piacenza, rappresentato dal neo comandante Massimo Barbaglia, dal luogotenente Pietro Santini e dal comandante provinciale dei carabinieri colonnello Paolo Rota Gelpi.
La caccia all’uomo era scattata poche ore dopo il macabro ritrovamento del cadavere del 67enne, avvenuto la sera di sabato 27 luglio.
L’allarme era stato lanciato dalla sorella della vittima, Luisa Gambarelli, la quale aveva dichiarato di aver tentato di contattarlo più volte al cellulare nell’arco della giornata senza ottenere risposta e, preoccupata, in serata aveva deciso di chiedere l’intervento dei vigili del fuoco; i pompieri erano penetrati nell’abitazione, chiusa a chiave a doppia mandata, forzando una finestra e, in camera da letto, si erano trovati di fronte al cadavere dell’ex fisioterapista con la gola tagliata e immerso in un lago di sangue.
I carabinieri avevano immediatamente focalizzato la loro attenzione nella cerchia di conoscenze e frequentazioni del pensionato e individuato un sospetto, confermato dagli elementi organici raccolti dai militari del Ris di Parma sul teatro dell’assassinio. Sangue estraneo alla vittima è stato rinvenuto sul comò della camera da letto e un familiare del sospettato numero uno- come hanno illustrato i marescialli Claudia Demerico e Ilaria Ingletti del Ris, presenti in Procura- si è prestato ad una comparazione del dna, tramite un tampone salivare, che ha dato esito positivo. Fondamentale anche l’analisi delle celle telefoniche che hanno permesso agli investigatori di constatare la presenza del tunisino in via Degani, in un orario compatibile con quello della morte della vittima, riconducibile tra le 8 e le 16 ore precedenti alla visita del medico legale.
L’omicida ha prelevato il cellulare di Gambarelli, le chiavi di casa con cui ha chiuso la porta d’ingresso dell’appartamento dove viveva solo e avrebbe abbandonato la città poche ore dopo, domenica 28 luglio, in direzione di Ventimiglia, per poi lasciare definitivamente il territorio nazionale.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’assassino era un conoscente o amico della vittima; il movente del delitto è ancora oscuro.
Non si esclude che il giovane possa aver agito con l’aiuto di altre persone.
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