Cinque omicidi in 7 mesi: lunga scia di sangue, mai così da 20 anni
05 Settembre 2013 06:52
Cinque delitti e un tentato omicidio da febbraio ad oggi, praticamente quasi un omicidio al mese. Il primo giallo risale al 4 febbraio scorso, quando la novantenne Giuliana Boccenti è stata trovata senza vita nel proprio appartamento di Castelsangiovanni; in manette è finita Maria Cristina Filippini, figlia dell’anziana, la quale ha confessato ai carabinieri di aver soffocato la donna con un cuscino.
Poco più di un mese dopo, il 15 marzo, un velo scuro cala su San Giorgio; il 65enne Gabriele Castignola nel primo pomeriggio si presenta davanti alla casa dell’ex moglie, Graziella Mosconi, e dopo averle sparato, si toglie la vita. La donna, fortunatamente, sopravvive. Il terzo fatto di sangue avviene a pochi chilometri dalla città, nel paese di Guardamiglio; il 24 maggio, Angelica Timis, 35enne romena, viene uccisa dall’ex convivente, Maurizio Ciceri, che non aveva accettato la fine della loro storia.
La cronaca nera estiva si apre con un caso di sparizione, rivelatosi, pochi giorni dopo, un brutale omicidio: il 9 luglio si perdono le tracce del 78enne Adriano Casella, ex agricoltore di Sariano di Gropparello; il 18 luglio il cadavere del pensionato viene ritrovato in una scarpata, tra i boschi di Carignone, frazione di San Michele di Morfasso.
Adriano Casella, figlio della vittima, ammette di essere l’autore del delitto, e di aver sacrificato la vita del padre in cambio del denaro necessario a “riscattare” la libertà di una prostituta. In via Degani, la sera di sabato 27 luglio, le forze dell’ordine scoprono il cadavere del 67enne Giorgio Gambarelli, fisioterapista in pensione, sgozzato con un fendente. La Procura di Piacenza individua l’assassino, un 26enne di origine tunisina, fuggito dalla città poche ore dopo l’omicidio.
A chiudere la sfilza di delitti è la sparatoria di via Colombo di domenica scorsa.
Era dall’estate del 1996 che Piacenza non viveva anni così insanguinati e gli assassini sono quasi sempre legati alle vittime da rapporti personali. Il nemico, spesso, si nasconde proprio tra le mura domestiche.
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