Omicidio via Colombo, il 28enne arrestato: “Ho sparato io a Sadik”
05 Settembre 2013 13:20
“Ho sparato io a Sadik Hajderi domenica sera mentre si trovava nel bar di via Colombo e l’ho fatto per motivi personali”. Queste le dichiarazioni rilasciate dal 28enne albanese fermato l’altra sera a Malpensa dalla polizia assieme al fratello mentre tentavano di fuggire. Questa mattina il giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per i due fratelli accusati di omicidio volontario, premeditato e in concorso. Il più giovane dei due fratelli, il 28enne, ha ammesso di essere l’esecutore materiale dell’assassinio ma nega di aver premeditato il delitto e di avere avuto a che fare con ambienti malavitosi o legati allo sfruttamento della prostituzione. Secondo quando riferito dal legale difensore del 28 enne, l’avvocato Fabio Leggi, la vittima e il killer si conoscevano e il movente sarebbe legato a questioni personali e private. Il maggiore dei due fratelli, presunto complice nell’omicidio, oggi non ha risposto alle domande del gip: “Il mio assistito, al momento, ha scelto di continuare ad avvalersi della facoltà di non rispondere – ha chiarito il legale del 30enne albanese, l’avvocato Cinzia Ziliani – probabilmente nei prossimi giorni, dopo la deposizione degli atti, chiederà di essere sentito, per dare la propria versione dell’accaduto”. Il legale ha spiegato che il 30enne è particolarmente provato e preoccupato per la famiglia e i figli, rimasti in Albania.
La Lega nord ha manifestato in serata di fronte al bar Baraonda, teatro dell’efferato omicidio di domenica. Il consigliere comunale Massimo Polledri, il segretario cittadino Nelio Pavesi e una decina di militanti hanno srotolato uno striscione con la scritta “In galera…a casa loro”. Non sono mancate critiche all’amministrazione Dosi e a quella del predecessore Reggi, accusati di aver sottovalutato la situazione e di non aver attuato incisive politiche per la sicurezza. Polledri lancia una stoccata anche alla Provincia: “L’assessorato alla Sicurezza se c’è batta un colpo”.
Il comunicato della Lega Nord sulla sicurezza
Notizia delle 06.50 – Si tiene questa mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi, l’udienza di convalida del fermo dei due fratelli albanesi, accusati dell’omicidio premeditato in concorso del loro connazionale Sadik Hajderi, freddato, la sera di domenica 1 settembre, con due colpi di arma da fuoco, mentre sedeva al tavolino del bar Baraonda di via Colombo.
I due, uno dei quali sarebbe l’assassino, rispettivamente di 28 e 30 anni, attualmente si trovano al carcere delle Novate: entrambi, finora, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Il maggiore dei due fratelli è difeso dall’avvocato Cinzia Ziliani, mentre il 28enne è rappresentato dall’avvocato Fabio Leggi.
I legali hanno incontrato i loro assistiti e sono in attesa di ulteriori colloqui (con la mediazione di un interprete) per chiarire il complesso quadro delle indagini.
La caccia all’uomo, messa in atto dalla squadra mobile della questura è ancora in corso così come la ricerca di un movente; i poliziotti sono sulle tracce di altri due uomini, forse complici dell’esecuzione del 39enne albanese.
I due fratelli albanesi gravitavano regolarmente in città; secondo alcune indiscrezioni uno degli accusati avrebbe legami familiari nella provincia piacentina.
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