Omicidio di Castelvetro: “Raptus scatenato dall’arrivo delle bollette”
27 Settembre 2013 11:43
Cinzia Agnoletti è morta per asfissia. A confermarlo sono i primi esiti dell’autopsia, effettuata oggi pomeriggio sul corpo della vittima che hanno confermato la dinamica dell’assassinio riportata da Giampietro Gilberti, reo confesso dell’omicidio della compagna. Il corpo della 51enne presentava segni di tumefazione al volto, conseguenza dei colpi subiti. Gilberti ha dichiarato agli inquirenti e al legale di aver prima picchiato, poi strangolato la donna e infine di averla soffocata con una busta di plastica.
Aggiornamento delle 18.00 – Tranquillo, calmo, consapevole della gravità del gesto compiuto: così l’avvocato Luigi Ruggeri descrive lo stato d’animo del suo assistito, Giampietro Gilberti, 53 anni, da ieri rinchiuso in isolamento al carcere delle Novate, con l’accusa di aver assassinato, volontariamente, la compagna dei suoi ultimi 25 anni di vita, la 51enne Cinzia Agnoletti.
“Gilberti appare come un uomo molto pacato, durante il nostro incontro era abbastanza sereno, ha ricostruito i fatti in maniera lucida – ha spiegato il suo legale -, lui stesso non capisce la sua reazione violenta; i due, in tutti questi anni, non si erano mai messi le mani addosso, nonostante i litigi”. A far esplodere il raptus – secondo quanto spiegato dal 53enne all’avvocato – è stato l’arrivo di alcune bollette che l’uomo non sapeva come pagare; la situazione economica era talmente grave che già quel pomeriggio aveva pensato di farla finita. Uno sconforto che l’avrebbe portato, la sera di mercoledì 25 settembre, a far esplodere tutta la rabbia e l’esasperazione covata in silenzio, contro la convivente. Domani mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari Gianandrea Bussi, si terrà l’udienza di convalida del fermo.
Aggiornamento delle 16.00 – Ieri mattina Giampietro Gilberti doveva andare a pescare con il figlio. E invece è stato proprio il giovane a scoprire il dramma avvenuto alcune ore prima nell’appartamento di via Stazione a Castelvetro. Lo hanno riferito alcuni parenti dell’uomo che ora si trova in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. La sorella Mariarosa ha dichiarato di averlo incontrato il giorno prima: “Era un uomo schivo, si teneva tutto dentro. Tutti sapevano come era la situazione tra i due, noi con lei non avevamo rapporti”. Il cognato Elio ha definito Gilberti un “uomo tranquillo” e ha aggiunto “prima di commettere un gesto simile doveva andarsene”.
Notizia delle 11.45 – Castelvetro è ancora sotto choc per l’omicidio scoperto nella mattinata di ieri in via Stazione. Le indagini effettuate dagli inquirenti erano coerenti con le dichiarazioni rese da Giampietro Gilberti, che ieri pomeriggio ha confessato di aver ucciso la compagna Cinzia Agnoletti, 51 anni, e ora si trova al carcere delle Novate accusato di omicidio volontario.
L’uomo ha confermato la propria colpevolezza, descrivendo il difficile contesto di vita che è lo scenario in cui è maturato l’omicidio. L’appartamento in cui viveva la coppia, a Castelvetro, era in uno stato di profondo degrado, che lasciava intuire le difficoltà economiche dei due; Gilberti era disoccupato da anni, la compagna lavorava part time come cameriera.
Il 53enne ha descritto la dinamica dell’assassinio; ha dichiarato agli inquirenti che il suo è stato un atto d’impeto, dove c’è stata una progressione di violenza, dalle percosse alla morte per asfissia della donna, prima strangolata a mani nude, poi con il laccio di una tapperella, in seguito con il cuscino e infine con un sacchetto.
Il fatto di sangue è avvenuto nell’ingresso dell’appartamento, tra le 19 e le 22 di mercoledi sera, orario in cui il presunto omicida è uscito di casa per girovagare in paese e poi rientrare, poco dopo, e tentare il suicidio.
L’uomo ha confessato agli inquirenti, i quali dovranno appurare la veridicità dei fatti, di aver ingerito 5 pastiglie di sonnifero e di essersi messo un sacchetto di plastica sul volto con l’intento di farla finita.
Prima di tentare il suicidio l’uomo ha spedito un sms al figlio, utilizzando il cellulare della vittima, in cui ha scritto di recarsi nell’abitazione di via Stazione con i carabinieri. Il giovane ha visto il messaggio al mattino e poco dopo ha fatto la macabra scoperta.
Giampietro Gilberti avrebbe aggredito la convivente appena rientrata a casa; lui era chiuso in soggiorno a causa di una maniglia della porta rotta che rendeva possibile l’apertura solo dall’interno. Cinzia Agnoletti ha iniziato a bussare per farsi aprire e lui, una volta aperta la porta, l’ha aggredita. Nel pomeriggio, alle 15, il medico legale effettuerà l’autopsia sul corpo della vittima. Oggi saranno inoltrati gli atti al Gip per la convalida del fermo.
Il comunicato del Coordinamento dei Centro antiviolenza dell’Emilia Romagna
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