“Cento città contro il dolore”. Sabato sul Facsal medici e volontari

09 Ottobre 2013 12:38

La terza edizione di “Cento città contro il dolore”, la giornata internazionale organizzata dalla Fondazione ISAL per informare sulle terapie disponibili contro il dolore e sui centri specialistici presenti sul territorio, diffondere il diritto alla cura sancito dalla legge 38/2010 e raccogliere fondi per la ricerca scientifica, arriva a Piacenza.

In questa settimana gli operatori del reparto di Terapia del dolore dell’ospedale di Piacenza sensibilizzeranno i pazienti con la distribuzione di materiale informativo. Sabato 12 ottobre, inoltre, sul Pubblico Passeggio, angolo barriera Genova, dalle 10 medici e infermieri della Terapia del dolore incontreranno i cittadini con il sostegno di alcuni volontari. Sarà possibile avere informazioni relative a come e dove curarsi. In primo piano c’è anche il servizio di numero verde gratuito della Fondazione ISAL, cui è possibile rivolgersi per avere consigli e aiuto.

“Per permettere a tutti di sapere cosa fare in caso di dolore e aiutare le istituzioni nel promuovere buone pratiche sanitarie – spiega il direttore del reparto Fabrizio Micheli – verrà anche distribuita la guida “La cassetta del pronto soccorso del dolore”, elaborata dal gruppo di esperti di Change Pain (iniziativa internazionale promossa da Grunenthal)”.

Che sia causato da mal di schiena, mal di testa o da patologie del sistema nervoso, che abbia origine oncologica o traumatica, si stima che il dolore colpisca circa 12 milioni di italiani – il 20% della popolazione – con conseguenze su qualità della vita, lavoro, costi sociali e sanitari: sarebbero oltre un miliardo le ore lavorative perse proprio a causa del dolore, con una spesa di circa due miliardi di euro per prestazioni e farmaci, spesso inappropriati.

“Quanto dolore esista nella nostra città resta ancora un punto oscuro – sottolinea il dottor Micheli – poiché troppo spesso il paziente che soffre di dolore cronico si rinchiude in un auto isolamento silenzioso, quasi timoroso di esporre una sofferenza invisibile agli altri perché difficilmente misurabile”. “L’informazione offerta da questa giornata – aggiunge – vuole consentire a chi soffre di dar voce al proprio dolore. Perché questi, di qualsiasi natura esso sia, non va sopportato, va trattato”.

 

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