Pensionato scoperto a vivere in auto: a Piacenza 385 “senzatetto”
25 Febbraio 2014 18:12
Le persone senza fissa dimora a Piacenza nel 2008 erano 270, a fine 2013 la Caritas ne ha contate 385, con una crescita pari a un terzo in soli 5 anni: cifre che bastano da sole a spiegare le conseguenze più gravi della crisi economica sul territorio locale e a offrire risposta dei sempre più frequenti casi di abusivismo e della situazione di un anziano, che da settimane dorme in auto in un parcheggio della città.
Una piaga che tocca sia cittadini stranieri (212) che italiani ( 173), quasi a pari merito nella classifica del disagio sociale: a fare la maggior differenza rispetto al passato sono le donne (50), in numero nettamente inferiore se raffrontate alle presenze maschili, ma in numero decisamente superiore rispetto al bilancio 2008, quando l’associazione ne aveva censite “solo” 16.
Senzatetto significa non avere una residenza propria e cercare rifugio dove capita: “I casi sono tutti diversi, c’è chi dorme in palazzi abbandonati, chi per strada o sui vagoni ferroviari e persone che trasformano la propria auto in un vero e proprio appartamento” ha raccontato Giuseppe Chiodaroli, presidente Caritas. Quest’ultima soluzione è stata adottata da un 65enne di origine italiana, che da tempo passa le fredde notti invernali a bordo del proprio veicolo, riempito di abiti, pacchi, degli oggetti di una vita e il necessario alla sopravvivenza quotidiana. “Lo vediamo qui da molto tempo, un mio amico la mattina gli porta la brioche e fa due chiacchiere con lui, poi va a lavarsi vicino a una fontana – ha raccontato ai microfoni di Telelibertà un ragazzo piacentino -; non fa male a nessuno, cerchiamo anche di dare una mano, ma servono risposte ben più grandi.”
Condizioni ben note a don Maurizio Noberini, parroco di Santa Franca, più impegnato nel lavoro di assistente sociale che in quello di prelato: “Ogni giorno ricevo segnalazioni di persone che non hanno lavoro e vivono in strada o in un’auto, anche famiglie; il momento è drammatico e bisogna tentare di offrire loro uno sbocco da questo tunnel”.
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