Sostegno anche alle famiglie dei giocatori patologici: progetto dello Svep
26 Febbraio 2014 18:23
Nella trappola dell’azzardopatia finiscono anche le famiglie di chi è colpito da questa patologia. Ma passare dalla trappola a una rete di sostegno, che non lasci solo chi si trova a convivere con un malato di gioco, è possibile. Si intitola “Dalla trappola alla rete: affrontare il gioco d’azzardo eccessivo sostenendo familiari, volontari e servizi” il progetto di informazione e sensibilizzazione che, con il coordinamento di Alessandra Bassi e Fausta Fagnoni, vede in prima linea il mondo del volontariato piacentino e Svep, pronto a creare un sistema più accogliente nei confronti delle famiglie di un giocatore d’azzardo patologico.
Il percorso, partito da pochissimi giorni, è stato presentato ufficialmente oggi a palazzo Rota Pisaroni. Il progetto coinvolge diciotto associazioni di città e provincia con Svep (Pace, Abracadabra, Oltre il muro, Carmen Cammi, Fiorenzuola oltre i confini, Piccoli al centro, Avo, La ronda della carità e della solidarietà, La selce, Auser, Acat, Auser Rottofreno, Aias, Age Carpaneto, Istituto La Casa, Ocipp Comunità Ivoriana, Ciofel senegalesi cattolici Emilia-Romagna e Marche, Elegance-Donne Costa d’Avorio) e altri partner, tra cui Caritas, Comuni di Caorso, Rottofreno, Fiorenzuola, Sert, La Ricerca, L’Arco, Acli, Federconsumatori, Cooperativa Pietro Prati, associazione La Ginestra di Cortemaggiore, Centro Interculturale, Ippogrifo.
La prima fase del progetto, finanziato dai contributi del Fondo speciale per il volontariato, consiste nella formazione dei volontari che dovranno creare spazi di ascolto dei familiari. Previsto anche un percorso per coloro che svolgono una professione in campo legale, sanitario o di assistenza sociale, per garantire anche un supporto specialistico alle famiglie coinvolte.
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