Piacenza, mille ingegneri lottano contro la crisi: “Situazione tragica”
27 Febbraio 2014 09:15
Un tempo, il fatto di poter vantare una laurea in ingegneria rappresentava già di per sé garanzia di trovare impiego.
E oggi? E’ ancora così? Quanto è cambiata la figura dell’ingegnere in tutte le sue sfaccettature e specializzazioni? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Perazzi, decano degli ingegneri piacentini e presidente dell’ordine. Il quadro che ne esce non è dei più rosei.
“La situazione è tragica – dice Perazzi – ed è profondamente legata all’attuale congiuntura che sta vivendo il mondo dell’edilizia. Logico che gli ingegneri vivano un periodo di enorme crisi”.
Come uscirne? “Una volta i nostri giovani si laureavano, sostenuto l’esame di Stato e potevano automaticamente procedere con l’iscrizione all’Ordine. A breve sarà introdotto il praticantato – conclude Perazzi – un ulteriore ostacolo per la professione. Una volta era l’ingegnere la persona chiamata a studiare, capire e risolvere i problemi; ora gli ingegneri devono essere ulteriormente formati: un segnale chiaro di come ci sia qualcosa che non funzioni nel ciclo di studi”.
Quasi mille iscritti all’Ordine, con una preponderanza nettissima degli uomini che rappresentano oltre il 90 per cento del totale. Nonostante le parole del presidente, i numeri dicono che Piacenza rimane terra di ingegneri: sapranno cogliere l’occasione del rilancio? Per loro stessi, ma soprattutto per un’intera comunità che attende con ansia un rilancio che dipenderà forzatamente dallo sfruttamento dei nostri cervelli più brillanti.
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