Cinque anni fa il crollo del ponte sul Po. Sentenza forse entro fine anno
30 Aprile 2014 12:21
La strada che si apre all’improvviso e, come una botola, inghiottisce le auto. Un’immagine thriller divenuta purtroppo realtà la mattina del 30 aprile 2009, esattamente 5 anni fa. Erano le 12.15 quando una campata del secolare ponte sul Po che collegava Emilia e Lombardia precipitò nel fiume in piena. La notizia si propagò con incredibile velocità accolta con altrettanto stupore. Il bilancio poteva essere ben peggiore, 4 le persone rimaste ferite, due in modo serio. Gravi le conseguenze economiche: due tra le regioni più floride d’Italia per sette mesi sono rimaste collegate solo tramite l’autostrada, un disagio notevole per migliaia di pendolari. Dal novembre 2009 un ponte di barche sostituì il viadotto principale ristrutturato e riaperto il 18 dicembre 2010 con tempi piuttosto rapidi, grazie anche alle forti sollecitazioni pervenute dalle istituzioni locali. Sul fronte giudiziario, le indagini sono durate più di tre anni.
Per il disastro, la procura di Lodi ha rinviato a giudizio 5 dei 13 dirigenti Anas indagati per il crollo. Le accuse sono: concorso in crollo e disastro colposo per la mancata manutenzione della struttura. La difesa sostiene invece che il cedimento sia da imputare alla straordinaria piena del fiume che provocò lo spostamento di una pila. Al procedimento è stato ammesso come parte civile Antonio Rinaldi, il piacentino ferito nell’incidente, che ancora oggi è alle prese con le conseguenze di quei terribili traumi. Ammessi come parti civili anche il Comune di Piacenza, quello di San Rocco al Porto e una società che fu costretta a chiudere un negozio a causa dell’improvviso calo degli affari.
Il processo è in corso. Sono stati sentiti i testi e i consulenti tecnici di parte e del pm, la fase istruttoria sta per concludersi, la prossima udienza è fissata per il 6 giugno, non si esclude che entro l’anno possa arrivare la sentenza.
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