Farinetti: “Vorrei inaugurare Eataly nel giorno del mio compleanno”
29 Maggio 2014 22:33
“Sarebbe bello inaugurare Eataly il giorno del mio sessantesimo compleanno: il 24 settembre”. Sembra una promessa quella fatta ai microfoni di Telelibertá da Oscar Farinetti. Il patron di Eataly è stato ospite questa sera nel salone parrocchiale di Roveleto di Cadeo per la presentazione del suo ultimo libro, “Storie di coraggio”.
“Sono qui soltanto per mangiare il vostro salame – ha scherzato Farinetti – voi piacentini avete dei prodotti buonissimi che dovete esportare nel mondo e credo proprio che il mio ristorante sia un buon veicolo di promozione”.
E a proposito di Expo2015, rivolgendosi a Paolo Dosi seduto in prima fila, promette di dare una mano a Piacenza. “Nulla è complicato, tutto è piuttosto semplice”. E’ ciò in cui crede l’imprenditore italiano che sta portando generi alimentari nazionali di qualità in tutto il mondo.
Farinetti ha raccontato del suo libro “Storie di Coraggio – 12 incontri con i grandi italiani del vino” dimostrandosi abile narratore, per poi trasformarsi nel corso della serata in oratore, quasi predicatore di ottimismo e speranza, tanto da sentirlo ammettere: “Mi sento un po’ il prete della situazione”. Convinto che il modello sociale attuale sia destinato a cambiare perché non potrà più essere fondato sul lavoro è altresì certo che l’Italia per diventare una grande nazione, al pari ad esempio di Stati Uniti e Germania, abbia bisogno di due caratteristiche: raddoppiare le esportazioni e creare una nuova coscienza civica e un senso di cittadinanza. “Entro i prossimi dieci anni – ha dichiarato con profetica garanzia di successo – saremo la nazione più ricca e florida dell’Europa con una disoccupazione al di sotto del 5 per cento e una disoccupazione giovanile inferiore al 20 per cento. Ho buona fiducia e dobbiamo aprici al futuro, al web e alle tecnologie, dobbiamo volare in alto tenendo conto e trasmettendo le buone e sane tradizioni”. E a chi gli domanda quali siano gli ingredienti segreti per rendere un prodotto italiano di successo, la risposta è immediata: “Un prodotto deve essere buono, pulito, giusto”. Con questo incontro si è concluso il ciclo di appuntamenti intitolato “Conversazioni – Dialoghi con l’autore” promosso dalla Parrocchia di Roveleto. A moderare la chiacchierata erano presenti il sommelier Massimo Modè e il sacerdote don Umberto Ciullo.
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