Un anno fa la tragedia del piccolo Luca dimenticato in auto
04 Giugno 2014 06:26
E’ passato esattamente un anno dalla tragedia che ha strappato alla vita il piccolo Luca e ha sconvolto il Paese. Il padre Andrea, la mattina del 4 giugno 2013, si era recato al lavoro come ogni giorno alla Copra di via Bresciani a Piacenza ed era convinto di aver accompagnato all’asilo il bimbo di due anni che era invece rimasto sul sedile posteriore dell’automobile. Il caldo di un’afosa giornata di inizio giugno si era portato via Luca. Un dramma che lasciò sgomenti ma che purtroppo aveva già diversi precedenti in Italia e all’estero. Ai tanti perchè di quella tragedia diede risposta la perizia degli esperti: si chiama “amnesia dissociativa” e quella mattina rese il padre del bimbo incapace di intendere e di volere. Un dolore disumano che Andrea Albanese ha trovato la forza di sopportare battendosi perché tragedie simili non si verifichino mai più. Attraverso il social network Facebook, poche settimane dopo la morte del figlio, aveva lanciato una campagna intitolata “Mai più morti come Luca” per rendere obbligatoria l’installazione di un dispositivo di allarme su tutti i veicoli volto a segnalare la presenza di bambini rimasti sul seggiolino. Quasi 10mila le adesioni via internet. La battaglia è arrivata alla Commissione europea attraverso un’interrogazione, una proposta di legge è stata presentata dalla Regione Lazio e un’altra da un gruppo di senatori. Diverse le aziende che nel frattempo hanno prodotto il dispositivo. Il mese scorso, Paola e Andrea, i genitori di Luca avevano donato un defibrillatore al campo giochi di via Ottolenghi dove portavano sempre il piccolo Luca. I fondi erano stati raccolti, in parte, durante il funerale del bambino.
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