Assicurazioni frodate, 70 indagati. Ecco come simulavano gli incidenti
11 Giugno 2014 12:40
“Una vicenda senza precedenti in Italia settentrionale, l’indagine che presentiamo oggi è ancora in pieno svolgimento” . Così il procuratore della Repubblica Salvatore Cappelleri parla della maxi truffa alle compagnie assicurative. Sono circa 35 gli episodi già accertati, tutti riguardanti incidenti simulati. L’arco temporale in cui sono avvenuti gli illeciti è quantificato in 5 anni. I primi interrogatori e i sequestri aprono però uno scenario molto più preoccupante, “inquietante” a detta di Cappelleri: sfogliando le prime agende sequestrate, ogni settimana venivano simulati due incidenti. “L’indagine – ha aggiunto – ha individuato chi costruiva gli incidenti, le modalità erano semplici, ma tali da consentire di chiamare le ambulanze”.
Sono stati arrestati anche due avvocati, rispettivamente dei fori di Piacenza e Lodi. In totale le misure di custodia cautelare sono 21, 19 delle quali eseguite. A 18 di loro viene contestato il reato associativo. Gli indagati attualmente sono 70, numero in continuo aumento. Liquidazioni fino a 10mila euro venivano fornite come risarcimento: “Ci chiediamo come mai venissero elargite somme così ingenti, sono in corso accertamenti sui referti medici”.
Il pm Emilio Pisante ha ricordato che il reato specifico di frode alle assicurazioni è punito fino a cinque anni di carcere: “L’indagine è nata mentre svolgevamo accertamenti su una questione di tutt’altra natura. In alcuni casi siamo riusciti a evitare risarcimenti di pratiche fasulle non ancora concluse. Ciò nonostante, fino alle nostre richieste di custodia cautelare, l’associazione, con alla base un’agenzia cittadina di pratiche infortunistiche che creava questi raggiri, ha continuato ad operare. Di quei diecimila euro che venivano risarciti, a chi si prestava come infortunato non andavano più di mille euro. Inizialmente – ha proseguito il pm – venivano simulati incidenti solo trasmettendo copie delle constatazioni amichevoli, poi, siccome le compagnie assicurative non si accontentavano più solo delle dichiarazioni scritte, i protagonisti di quest’associazione si sono trasferiti in strada. Qui fingevano i sinistri, chiamavano le ambulanze e molto spesso venivano portati al pronto soccorso. Siccome in realtà erano illesi, in ospedale venivano refertati con pochi giorni di prognosi dopo gli accertamenti, sottraendo tempo a chi stava male davvero. Uno degli indagati ha dichiarato che per fingere lesioni utilizzavano la carta vetrata sulle gambe”.
Gli indagati, nella maggior parte dei casi piacentini, fingevano incidenti per lo più a Piacenza, ma sono stati accertati episodi fasulli creati dall’agenzia nel basso lodigiano e fino a Cinisello Balsamo. I primissimi risarcimenti delle assicurazioni ammontavano fino a 30mila euro.
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