Istituti comprensivi in città. “No, meglio una rete di scuole”. Dibattito in aula
11 Giugno 2014 18:17
Gli istituti comprensivi, ovvero realtà scolastiche che riuniscono sotto un’unica direzione materne, elementari e medie, in città non esistono. Il documento di indirizzo per la riorganizzazione della rete scolastica prevede, tra le altre, anche l’ipotesi di realizzazione graduale degli istituti comprensivi. I colloqui tra il Comune, i dirigenti scolastici e i sindacati sono già iniziati. Oggi il documento di indirizzo è approdato in commissione consiliare illustrato dall’assessore alle Politiche scolastiche Giulia Piroli.
I vantaggi degli istituti comprensivi, secondo l’ex preside e consigliere del Pd Rino Curtoni, riguardano una miglior gestione dei curriculum ma per realizzarli in città è necessario disarticolare le attuali scuole medie e i circoli didattici per riaggregarli secondo una nuova fisionomia con conseguenti problemi di passaggi di personale.
Secondo Curtoni l’obiettivo si può realizzare anche in rete raggiunti attraverso una forma coordinata di reti di scuole che mettono insieme una organizzazione del curriculum e delle modalità di iscrizione e gestione degli alunni.
Anche secondo alcuni consiglieri dell’opposizione intervenuti in assemblea come Paolo Garetti della civica Sveglia, gli istituti comprensivi non sono necessari in città, meglio una rete di scambio di competenze tra i vari istituti. “Spesso – ha concluso Garetti vengono imposte riorganizzazioni a fini pedagogici quando in realtà si vuole mascherare un taglio delle spese”.
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