Crisi, quando una buona pensione non basta. “Dateci la casa popolare”
02 Luglio 2014 15:26
Le storie della crisi che ha investito Piacenza non sono fatte solo di casi limite, di persone rimaste senza lavoro o finite in cassa integrazione, di stranieri arrivati in Italia sperando di fuggire dalla povertà che oggi si ritrovano a dormire sui treni alla stazione. C’è anche chi ha lavorato per una vita e ora ha una buona pensione, ma fatica ad arrivare alla fine del mese, per mantenere la moglie disoccupata, una figlia adolescente e un figlio più grande, che dopo mille stage non è ancora stato assunto da nessuna parte.
Giancarlo Magnani, 68 anni, che orgogliosamente si definisce “piasintein dal sass”, chiede al Comune di rivedere i regolamenti dei servizi sociali, ad esempio consentendo a famiglie come la sua di poter ottenere una casa popolare. “Dopo aver lavorato sui cantieri per una vita intera, sempre in trasferta e quindi lontano da casa – spiega – sono tornato a Piacenza per godermi la famiglia, ma in realtà sono iniziate le preoccupazioni. La pensione è buona, superiore ai 1.500 euro, ma tra affitto, spese e altre tre persone a carico i soldi finiscono presto. Non ho i parametri per accedere a una casa popolare, ma visto che sono in tanti nella mia situazione il Comune dovrebbe pensare a rivedere i meccanismi. Ha più bisogno una persona che prende 800 euro ma è solo o chi ne percepisce il doppio, ma deve far campare una famiglia intera?”.
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