Errani condannato in Appello: “Mi dimetto da presidente della Regione”
08 Luglio 2014 15:38
Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani è stato condannato dalla Corte d’Appello di Bologna a un anno di reclusione (pena sospesa) nell’ambito del processo Terremerse, una cooperativa presieduta dal fratello Giovanni a cui era arrivato un finanziamento da un milione di euro. Secondo le accuse dietro quello stanziamento si nascondeva una truffa, Vasco Errani era imputato per falso ideologico. Condanne a un anno e due mesi anche per due dirigenti regionali.
La sentenza ha provocato un terremoto politico, il presidente della Regione ha infatti annunciato le sue dimissioni. “E’ un momento di amarezza – ha commentato Errani – ma il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia Romagna. Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione. Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Dunque annuncio subito che presenterò ricorso affinché prevalga questa semplice verità. Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità”.
Si aprirà adesso il percorso per le elezioni Regionali anticipate, la naturale scadenza dell’attuale legislatura è nel 2015.
Non mancano i commenti politici. Il piacentino Pierluigi Bersani, ex segretario nazionale del Pd ed ex presidente proprio della Regione, difende Errani: “Chiunque lo conosca non può dubitare della sua onestà e della sua correttezza. Una persona perbene e il miglior presidente che l’Emilia Romagna abbia avuto”. Il vice presidente dei deputati Pd alla Camera Paola De Micheli insieme ai deputati emiliani: “Ripensi alle sue dimissioni, abbiamo fiducia nella sua innocenza”. Il consigliere regionale piacentino di Forza Italia, Andrea Pollastri, è cauto: “Da garantista, ribadisco che nel nostro sistema giuridico vige il principio della presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Altre valutazioni politiche le lascio, con rispetto, alla sensibilità individuale”.
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