Delitto del trolley, competenza a Milano. Proseguono le indagini

Sarà il tribunale di Milano a decidere in via definitiva se Paolo Grassi e Gian Luca Civardi dovranno restare in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, rapina e occultamento di cadavere. La competenza sull’efferato delitto di Adriano Manesco, avvenuto il 7 agosto scorso nella casa milanese dell’ex professore universitario, è infatti passata per ragioni territoriali alla magistratura di Milano, che ha 20 giorni di tempo per confermare il provvedimento di custodia cautelare preso dal gip di Piacenza.
Uno stop provvisorio per l’iter giudiziario che però non ferma le indagini, che devono ancora fare luce su alcuni importanti aspetti della drammatica vicenda. Gli avvocati difensori dei due, ad esempio, sostengono di non essere a conoscenza di alcun passaggio di denaro dai conti del professore ucciso a quelli dei loro assistiti, mentre per gli investigatori il movente economico si fa sempre più concreto.
Restano poi da chiarire altri aspetti fondamentali: la possibile presenza di uno o più complici e il collegamento dei due sospettati con altri casi analoghi. Secondo gli inquirenti, infatti, la determinazione, la freddezza e la precisione con cui Grassi e Civardi avrebbero pianificato e attuato il piano contro Manesco, accoltellato alla pancia e poi sezionato per essere nascosto in un trolley abbandonato vicino alla stazione di Lodi, potrebbero far pensare che non si sia trattato di un caso isolato.
Il corpo mutilato dell’ex professore universitario, che con i due trentenni piacentini divideva la passione per i viaggi in Thailandia, è conservato in una cella frigorifera all’ospedale di Fiorenzuola. Nessun parente, almeno per ora, gli ha fatto visita. Il suo riconoscimento è stato affidato ad alcune foto del volto mostrate ai vicini di casa. Se Grassi e Civardi non fossero stati scoperti mentre cercavano di disfarsi dei vestiti insanguinati in via Nasali Rocca, probabilmente nessuno per molto tempo si sarebbe accorto della sua scomparsa.