Gli investigatori sono certi: “Daniela uccisa per gelosia durante una lite”
20 Agosto 2014 12:17
Gli inquirenti non hanno dubbi: Daniela Puddu, la donna sarda di 37 anni residente a Fiorenzuola, non si è suicidata ma è stata uccisa per gelosia. E’ questa la conclusione a cui sono arrivati gli investigatori dopo il tragico episodio del 14 giugno scorso, quando la donna morì a seguito della caduta dalla finestra del secondo piano della sua abitazione di via Illica. Ieri è stato portato dai carabinieri di Fiorenzuola al carcere delle Novate, Dario Rizzotto, 35 anni, accusato dell’omicidio.
Secondo gli investigatori (che questa mattina hanno effettuato una conferenza stampa in Procura), la versione fornita subito dall’uomo, che aveva riferito ai carabinieri del suicidio della donna, mostrava molte incongruenze. Anche perché il racconto da parte dei vicini di casa e di un amico della coppia riferiva di un fortissimo litigio che i due, conviventi, avevano avuto appena prima del tragico volo. Pare, sempre secondo le testimonianze, che i due litigassero spesso: “Rizzotto in passato aveva più volte percosso la compagna, accecato dalla gelosia per l’ex fidanzato della donna, di origine indiana”, hanno spiegato gli inquirenti. Lo riportava lui stesso in una sorta di diario segreto, sequestrato dai militari: “Ho litigato con Daniela, le ho fatto male. Le ho fatto la faccia con calci e pugni”, si legge. L’amico che aveva cenato con loro ha spiegato ai carabinieri che aveva lasciato i due nel corso di una discussione violenta per una chat su Facebook tra la donna e l’ex.
Fondamentale per le indagini è stato inoltre l’indizio di una catenina spezzata in prossimità della finestra, a conferma di una colluttazione tra i due prima della caduta. Il corpo a terra inoltre era in una posizione tale da fare escludere un gesto estremo da parte della 37enne. Infine, sempre secondo gli investigatori, l’uomo nel pomeriggio della tragedia aveva fatto uso di alcolici e cocaina, acquistata a Milano.
Dario Rizzotto, disoccupato, di origine siciliana, viveva da anni nel Piacentino. Senza fissa dimora, negli ultimi due mesi precedenti la tragedia aveva vissuto con la vittima. Era separato dall’ex moglie, alla quale non poteva avvicinarsi per numerosi precedenti. Secondo i carabinieri “ha una personalità particolarmente violenta”. In seguito alla morte della donna, era stato da subito iscritto nel registro degli indagati e viveva in stazione, dove ieri i carabinieri lo hanno arrestato. Domani sarà interrogato.
Le indagini proseguono, il sostituto procuratore Roberto Fontana ha già chiesto una consulenza di un docente di medicina legale per chiarire ulteriormente la dinamica della caduta.
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