Sla, 33 casi nel Piacentino. Il 21 settembre giornata di sensibilizzazione
02 Settembre 2014 18:42
Una malattia ancora misteriosa e incurabile. Sono 33 i piacentini affetti dalla Sclerosi laterale amiotrofica, 18 donne e 15 uomini. In base ai dati, a livello nazionale e regionale, la malattia neurodegenerativa colpisce di più gli uomini e prevalentemente interessa l’età avanzata tra i 65 e i 75 anni. Una decina i nuovi casi ogni anno nel Piacentino.
Le cause non sono ancora completamente note; i sintomi, in un terzo dei casi riguardano problemi di deglutizione, masticazione e respirazione, nei due terzi dei casi, invece, riguarda problemi spinali come perdita di forza degli arti superiori o inferiori. La ricerca prosegue per fornire una speranza di guarigione ai malati e per anticipare i tempi di diagnosi che al momento sono in ritardo di circa un anno.
“Attualmente non ci sono terapie che consentono la guarigione dalla malattia ma la ricerca sta facendo progressi – spiega Emilio Terlizzi, neurologo e responsabile Sla per l’ospedale di Piacenza -; al momento sono stati individuati 11 geni responsabili della Sla. Il 10% ha a che fare con una forma familiare ereditaria, le altre sono sporadiche ma sono stati individuati geni la cui alterazione sembra esserne la causa. E’ maggiormente diagnosticata negli ultimi anni grazie ad una maggiore attenzione perché colpisce nell’età avanzata e l’età media si è allungata”.
I casi sono più frequenti in zone rurali. “Non c’è spiegazione a questo dato; maggiore frequenza dovuta a pesticidi inquinanti ambientali ma non è ancora stata riscontrata una relazione” conclude Terlizzi.
La doccia gelata che ha coinvolto vip e cittadini comuni, nonostante le polemiche, ha donato alla ricerca 104milioni di dollari negli Stati Uniti e un milione di euro in Italia.
L’Aisla è l’associazione che ha come mission la tutela, l’assistenza e la cura dei malati di Sla. A Piacenza è nata solo alcuni anni fa e conta un piccolo numero di volontari. Il 21 settembre scenderà in piazza per far conoscere la propria attività e raccogliere fondi per la ricerca.
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