Onda nera nel Po: tutti assolti tranne il custode ma è irreperibile
23 Ottobre 2014 06:15
Assolti. Secondo i giudici del tribunale di Monza, i fratelli Giuseppe e Rinaldo Tagliabue – titolari dell’ex raffineria Lombarda Petroli di
Villasanta (Monza) dalla quale nel febbraio del 2010 fuoriuscirono 2400 tonnellate di idrocarburi che finirono nel Lambro e nel Po fino a Piacenza – non avrebbero responsabilità nell’inquinamento ambientale.
È la sentenza di ieri pomeriggio, durante la quale è stato assolto anche il direttore dello stabilimento Vincenzo Castagnoli mentre, unico condannato a cinque anni per omesso controllo è stato l’ex custode Giorgio Crespi. Allo stesso tempo, i giudici hanno disposto un risarcimento verso gli enti che si costituirono parti civili: cinque milioni di euro al Ministero dell’Ambiente, un milione e mezzo alla Regione Lombardia, quasi 100mila euro alla Regione Emilia Romagna, 300mila euro ad Enel Green Power (la cui centrale di Isola Serafini di fatto bloccò la marea nera sul Po) e circa 10mila euro per ogni associazione ammessa come parte civile, in gran parte ambientaliste. Ma dal momento che Crespi finora risulta irreperibile dall’inizio del processo, i comuni di Monticelli e Piacenza, ora, rischiano di non essere più risarciti per il danno. E la “marea nera” del Lambro rischia di diventare un disastro senza colpevoli.
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