Marco Vallisa è tornato a casa. “Sono provato ma felice”. Video
13 Novembre 2014 23:25
Alle 23.10 Marco Vallisa ha fatto ritorno nella sua casa di Roveleto di Cadeo. Ad attenderlo i tre figli, gli altri familiari e gli amici. Barba lunga, molto dimagrito, Vallisa si è comunque presentato sorridente.
“È stata molto dura, ma per fortuna sono a casa. Voglio ringraziare la Farnesina, non vedo l’ora di riabbracciare i miei figli” sono state le parole del piacentino che ha trascorso quattro mesi come ostaggio in Libia.
Appena varcato il cancello di casa, gli è corsa incontro la figlia più piccola che gli è saltata in braccio e lo ha ricoperto di baci non prima di avergli fatto notare quanto pungesse “il barbone”.
Sono stati attimi di grande commozione al termine di una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera comunità.
IL VIDEO DELL’ARRIVO A CASA
Aggiornamento
Vallisa libero, campane a festa. France Presse: “Pagato un milione”
Le campane della chiesa di Roveleto di Cadeo hanno suonato a festa questa mattina alle 8.30 per la liberazione di Marco Vallisa, il piacentino che dal 5 luglio era nelle mani di una banda armata in Libia, dove lavorava per la ditta di costruzioni modenese Piacentini. All’alba di oggi la famiglia è partita per Roma, direzione ministero degli Esteri, per riabbracciarlo e per riportarlo a casa. Stasera in parrocchia a Roveleto alle 21 è organizzato un momento di preghiera. “Per tutti noi è la fine di un incubo”, dice Marco Bricconi, sindaco di Cadeo, in stretto contatto telefonico con la moglie di Vallisa.
Proprio alla famiglia è arrivato un pensiero speciale del ministro Paolo Gentiloni: “Nell’esprimere profonda soddisfazione per la liberazione di Vallisa ringrazio calorosamente tutti coloro che hanno lavorato per il felice esito della vicenda. Tale risultato – ha aggiunto – è il frutto di un gioco di squadra dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri, dei nostri servizi d’informazione e dell’ambasciata d’Italia a Tripoli. A tutti esprimo il mio più vivo apprezzamento per la dedizione e la professionalità dimostrata e per l’efficace e paziente azione. Un particolare ringraziamento va alla famiglia Vallisa per la fiducia nel lavoro delle istituzioni”. Gentiloni ha detto poi che per il piacentino “è stata una esperienza molto molto dura, la liberazione gli ha fatto rivedere la luce”.
Secondo l’agenzia di stampa francese France Presse sarebbe stato pagato un riscatto da circa un milione di euro al gruppo armato che ha tenuto Vallisa in ostaggio. Lo stesso ministro ha ribattuto dicendo che “l’Italia si attiene alle regole internazionali di correttezza”.
Il sottosegretario all’Economia, la piacentina Paola De Micheli, ha incontrato Vallisa alla Farnesina: “Provo grande gioia per la sua liberazione – ha detto – Marco Vallisa ha vissuto un’esperienza molto difficile ma si è dimostrato una persona molto forte. E’ stato un incontro carico di commozione, Vallisa ha avuto il sostegno della sua straordinaria famiglia e di tutta la comunità piacentina, gli ho chiesto il permesso di incontrarlo insieme ai suoi cari anche a casa sua”. La De Micheli sottolinea il ruolo fondamentale avuto dalla Farnesina nella liberazione: “Vallisa è libero grazie al lavoro discreto e incessante svolto in questi mesi dall’Unità di crisi del Ministero degli Esteri, a cui dobbiamo essere tutti molto grati”.
IL MINISTRO ANNUNCIA: “MARCO VALLISA E’ STATO LIBERATO” – “Il tecnico Marco Vallisa, rapito in Libia nel luglio scorso, è stato liberato”. La notizia che tutta la comunità di Cadeo e della nostra provincia attendeva da oltre quattro mesi è arrivata all’1.23 con un tweet del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Vallisa, 53 anni, da sabato 5 luglio era nelle mani dei rapitori che lo avevano prelevato assieme a due colleghi mentre si trovava a Zuwara, in Libia, in attesa di andare al lavoro sul cantiere della impresa modenese Piacentini Costruzioni per la realizzazione del nuovo porto.
I due tecnici stranieri furono liberati il giorno successivo, ma del piacentino, residente a Cadeo, non arrivò alcuna notizia. Il ministero degli Esteri e la famiglia si chiusero nel più stretto riserbo, anche perché la situazione in Libia è davvero molto confusa, con bande armate che si contendono il territorio nel post Gheddafi.
Il lavoro diplomatico non si è mai fermato, presto la moglie e i tre figli di Vallisa potranno riabbracciarlo assieme a tutto il paese, in cui è molto conosciuto per il suo lavoro di imprenditore e il suo impegno in parrocchia.
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