Un arsenale in casa dei bracconieri-killer che uccisero un daino
29 Novembre 2014 06:40
Cercavano elementi di prova per poterli accusare dell’uccisione di un mese fa del daino all’interno del Parco dello Stirone, ma carabinieri e guardaparco hanno trovato molto di più: fucili, pistole, pugnali, trappole e zampe di animali. Così, dopo un blitz di questa mattina a Vernasca e a Salsomaggiore, sono stati denunciati due probabili bracconieri per detenzione abusiva di armi e secondo gli inquirenti potrebbero essere proprio loro i responsabili dell’uccisione dell’animale in area protetta.
Le perquisizioni sono scattate oggi attorno alle 5 del mattino su ordine della Procura di Piacenza e sono il frutto di un’importante attività di indagine congiunta di oltre un mese che ha interessato i carabinieri di Vernasca, Fiorenzuola, Fidenza e Salsomaggiore, assieme alle guardie dell’Ente di Gestione Parchi dell’Emilia Occidentale. Dopo l’uccisione del daino, le indagine si sono concentrate su due cacciatori, uno di Salsomaggiore e uno di Vernasca. Nelle loro abitazioni, sono stati trovati circa mille proiettili non denunciati, trappole per animali, una pistola con matricola abrasa, tre pugnali da guerra in dotazione all’esercito americano e perfino zampe di rapace, mentre dall’auto di uno di loro sono spuntati un bastone e altri coltelli.
In attesa di sapere se la responsabilità dell’uccisione ricada effettivamente sui due, i bracconieri sono stati denunciati per detenzione abusiva di armi e munizioni oltre alla detenzione di strumenti atti ad offendere, come nel caso delle armi bianche.
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