Facsal, la “guerra” delle panchine è anche un caso politico
24 Gennaio 2015 19:36
Scoppia la “guerra delle panchine” nel tratto di Pubblico passeggio tra Barriera Roma e piazzale Libertà. Nei giorni scorsi il Comune ha deciso di eliminare le tipiche panchine verdi in ferro che ornavano l’ampio marciapiede e che, secondo le proteste di un gruppo di commercianti e di residenti, erano diventate il ritrovo di personaggi poco raccomandabili, in particolare stranieri, intenti per tutto il giorno a bivaccare, disturbare e in certi casi anche a spacciare droga. Nessuno vuole esporsi pubblicamente per timore di ritorsioni, ma sono diversi coloro che a microfono spento sostengono che la situazione, non solo in estate, fosse davvero pesante e che dunque applaudono all’iniziativa comunale. Anzi, suggeriscono anche di fare qualcosa per la cabina telefonica diventata una sorta di bagno.
Non tutti, però, la pensano così: il consigliere comunale dei Moderati Lucia Rocchi, ad esempio, si è fatta portavoce della protesta di un altro gruppo di residenti che da anni vive lì e che ritiene la soluzione quasi peggiore del male. “Quelle panchine, da tempo immemorabile arredo del viale – si legge in una interpellanza presentata assieme al collega di gruppo Roberto Colla – erano utilissime agli anziani, alle mamme con i bambini, a tutti coloro che, facendo una passeggiata su un viale pubblico, possono sentire la necessità di una sosta per un breve riposo, per la lettura del giornale, per quattro chiacchiere con un amico”.
Il caso diventa anche politico, vista la durissima critica che Rocchi e Colla riservano alla giunta: “Ha scelto di ricorrere all’eliminazione di un bene comune per risolvere un problema di degrado che con le panchine non ha proprio niente a che fare. Inoltre il problema dei bivacchi incivili degli extracomunitari, ma non solo, non sarà in tal modo risolto ma solo spostato in altra zona. Ci dissociamo completamente da questa decisione, giudicandola, tra l’altro, una sconfitta per l’amministrazione che, non sapendo gestire un problema di ordine pubblico e di degrado ambientale, elimina un arredo che sarebbe suo dovere mantenere, conservare, implementare”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE