Carbonext a Vernasca: “La Provincia fermi la procedura”
09 Febbraio 2015 22:26
“Chiederemo alla Provincia di rinviare di qualche settimana la scadenza del primo marzo per la presentazione delle osservazioni alla richiesta di bruciare Carbonext alla Buzzi Unicem di Vernasca. È una pratica troppo complessa, va studiata bene, ci vuole uno stop”.
Il sindaco di Castellarquato Ivano Rocchetta lo ha annunciato alle decine di persone che hanno riempito Palazzo del Podestà per partecipare all’incontro sul tema che sta agitando la Valdarda. Almeno duecento i presenti, non solo arquatesi, ma anche provenienti da Lugagnano, Vernasca, Morfasso e dai paesi limitrofi. “Siamo qui soprattutto per cercare di capire che conseguenze avrà questo progetto, qualora andasse in porto – hanno detto in molti – e soprattutto se ci saranno nuovi rischi per la salute dovuti alle emissioni”.
Rocchetta ha inoltre sottolineato un altro punto: “Naturalmente l’aspetto legato al possibile inquinamento è la nostra prima preoccupazione. Non possiamo però evitare di chiedere una ulteriore attenzione per il nostro borgo, tra i più belli d’Italia: Castellarquato oggi è soffocata dai tantissimi camion che passano ai piedi del paese, se ne circolassero di nuovi sarebbe inaccettabile”.
Un secco e deciso no alla pratica di Buzzi-Unicem è arrivato dal comitato “Basta nocività in Valdarda”, che ha promosso una vera e propria mobilitazione.
LA POSIZIONE DELL’AZIENDA – Buzzi-Unicem, invitata all’incontro a cui però non ha partecipato alcun suo rappresentante, ha affidato a un comunicato stampa la propria posizione, spiegando come “un confronto sereno sull’utilizzo del Carbonext debba svolgersi nelle sedi istituzionali opportune, con la presenza di controparti “addette ai lavori” (come Provincia, Arpa, Asl) e con le amministrazioni locali, a cui più volte la società ha rivolto la disponibilità ad illustrare nel dettaglio il progetto. La società con dispiacere e preoccupazione constata che alcune amministrazioni, congiuntamente ad alcune associazioni ambientaliste, enfatizzano una presa di posizione negativa e generalizzata senza “conoscere il progetto nel dettaglio” e cosa più grave senza volerlo approfondire, validando le proprie tesi su dati di letteratura generici, parziali e strumentali alla causa, o addirittura senza aver visionato la documentazione presentata nell’istanza di Via”.
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