Buzzi-Unicem: “Carbonext, meno emissioni e pochi camion in più”

12 Febbraio 2015 15:36

Cementificio Buzzi Unicem Vernasca

La Buzzi-Unicem ha deciso di non partecipare agli incontri con i cittadini che chiedono chiarimenti in merito alla richiesta di alimentare l’alto forno dello stabilimento di Vernasca con 60mila tonnellate all’anno di Carbonext, un combustibile ricavato dalla triturazione dei rifiuti. “Parleremo solo con gli addetti ai lavori e nelle sedi preposte”, ha tagliato corto l’azienda nei giorni scorsi.

Unico modo di conoscere la posizione di Buzzi-Unicem è quindi attraverso ciò che i suoi rappresentanti, gli ingegneri Luciano Nenna e Renato Ferrero, hanno detto nel corso della prima conferenza dei servizi che si è tenuta in Provincia ieri.
“Si avranno sicuramente migliorie emissive rispetto alla Co2, all’azoto e allo zolfo – ha detto Ferrero – e inoltre con l’impiego di questo combustibile solido secondario si avrà una riduzione di utilizzo di urea, utilizzata per l’abbattimento delle emissioni di Nox, con conseguente diminuzione del traffico. Tale diminuzione andrà parzialmente a compensare l’incremento di traffico derivante dall’apporto di Css, che a regime si attesterà in circa un camion e mezzo in più al giorno”. E’ stato poi ricordato che l’attuale combustibile, il petcoke, arriva dall’America, “per cui rispetto ai 150 chilometri di raggio previsti per l’approvvigionamento del Css risulta palese la riduzione degli impatti derivanti dal trasporto del combustibile”.

Relativamente alla problematica delle ceneri prodotte, i rappresentanti Buzzi-Unicem hanno affermato “che rappresentano lo 0,5% delle farine in ingresso: dagli studi effettuati sono stati analizzati i cementi prodotti in diversi stabilimenti che utilizzano combustibili diversi (tradizionali e alternativi), evidenziando che non si hanno differenze, verificate anche rispetto al calcestruzzo”.
L’ingegner Ferrero ha concluso spiegando che “alla luce degli studi di ricaduta già compiuti in passato, gli impatti delle emissioni sono irrilevanti nell’area vasta, miglioreranno invece gli impatti sui comuni di Vernasca e Lugagnano”.
La società ha poi aggiunto “che il materiale andrà in sostituzione di quello tradizionale e, in questo momento di crisi economica del mercato, sicuramente le ore di funzionamento del forno non aumenteranno”.
Sollecitato dal sindaco di Lugagnano Jonathan Papamarenghi, l’ingegner Nenna ha poi rivelato che il Css “si utilizzerà solo quando il forno è a regime e quindi con la produzione di almeno il 70% della potenzialità. Inoltre le ceneri del combustibile verranno totalmente recuperate all’interno del clinker in quanto si legano alla materia prima: non esisteranno scarti né ceneri”.
Rispondendo a Giuseppe Biasini di Arpa in merito alla produzione delle diossine che tanto preoccupano i cittadini, Ferrero ha affermato che, dagli studi effettuati, “non si sono rilevati incrementi, così come dalle 50 ore di campionamento annuo effettuate sui vari forni della Buzzi-Unicem è emerso che le diossine non sono assolutamente correlate ai combustibili utilizzati, possono originarsi da alcune farine di produzione del clinker ma la loro produzione va esclusa alla luce delle alte temperature del forno (1.400 gradi) e soprattutto dell’ambiente basico”.

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