Miele, produzione dimezzata nel Piacentino. Boom di importazioni

17 Febbraio 2015 16:34

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L’introduzione dell’anagrafe apistica nazionale è un’importante innovazione per garantire maggiore trasparenza e rintracciabilità in un settore che sta vivendo una stagione problematica a causa del crollo della produzione, combinato all’aumento delle importazioni dall’estero.

A dirlo è Coldiretti Piacenza nello specificare che con l’anagrafe apistica che diventerà operativa dal 16 marzo prossimo, viene introdotta l’obbligatorietà, per gli apicoltori, di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario, al quale potranno accedere sia operatori delle Asl ma anche aziende e allevatori per registrare l’attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e il numero di arnie e le movimentazioni per compravendite.

“Purtroppo anche l’apicoltura piacentina, afferma Roberto Pinchetti, Presidente dell’APAP, Associazione Provinciale Apicoltori Piacentini, che conta oltre 250 apicoltori, per un totale di 8.000 alveari, ha seguito il trend di produzione nazionale con il dimezzamento dei quantitativi disponibili sul mercato. Le cause di tale andamento sono riconducibili a molteplici cause, tra cui le condizioni meteorologiche; il 2014 è stato infatti caratterizzato da continue ed intense piogge, proprio nei momenti delle fioriture più importanti, quali ad esempio quella della Robinia pseudoacacia, compromettendone significativamente il raccolto del nettare da parte delle api. Ci sono inoltre all’orizzonte altre minacce con cui gli apicoltori dovranno confrontarsi: l’arrivo in Italia dell’Aethina Tumida, un coleottero riscontrato nello scorso settembre in Calabria e della Vespa Velutina, un calabrone asiatico, predatore delle api, presente attualmente in Liguria ed in Piemonte dove sta provocando ingenti danni alle colonie di api.”

“Anche se non sono ancora presenti nella nostra provincia, è facile prevedere, continua Pinchetti, che nei prossimi anni giungeranno anche qui, e sarà quindi molto importante farsi trovare pronti. Di queste tematiche si è ampiamente dibattuto nelle tre serate de “I Giovedì dell’Apicoltore”, che hanno registrato un’ampia affluenza, segno della volontà degli apicoltori di aumentare la loro professionalità”.

Al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele mentre le esportazioni, sulla base dei dati Istat relativi ai primi 9 mesi del 2014, sono crollate del 26 per cento.

“In Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati, afferma Luigi Bisi presidente Coldiretti Piacenza, contengono in realtà miele straniero e più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria, quasi il 15 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna: tutti paesi dove sono permesse le coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza che il consumatore lo sappia perché non vi è alcuna indicazione in etichetta. Per questo è fondamentale controllare l’origine e preferire prodotto nazionale, a Piacenza poi siamo fortunati poiché possiamo contare su una produzione locale che si fregia del Sigillo di Qualità del Miele Piacentino che non solo ne attesta la provenienza ma anche il rispetto di un rigido disciplinare”.

Per acquistare miele italiano è bene verificare sempre l’etichettatura. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – conclude la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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