Uccidono una lepre sulle colline di Carpaneto: due bracconieri denunciati

25 Febbraio 2015 11:02

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Questa volta a finire nella rete della Polizia provinciale di Piacenza, sono stati due uomini, M.G. di anni 50 residente a Carpaneto e C.J. di anni 20 residente a Gropparello.

I due uomini, nella notte di qualche giorno fa, sono stati osservati e colti sul fatto mentre, con una carabina calibro 22 munita di ottica di precisione, uccidevano una lepre nella zona di ripopolamento e cattura che si trova sulle colline tra Carpaneto, Celleri e Travazzano. Per i due è scattata la denuncia a piede libero per avere esercitato la caccia in periodo di chiusura generale, in zona di ripopolamento e cattura con un arma non consentita. Il fucile e la lepre uccisa sono stati sequestrati.

A carico del solo cinquantenne proprietario dell’arma è stato contestato anche il reato di porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di arma comune da sparo calibro 22 non consentita ed esercizio della caccia senza essere in possesso dell’apposita licenza, con uccisione e apprensione di fauna selvatica, illecito che comporta anche il più grave reato di furto aggravato ai danni dello Stato.

Un’altra denuncia è stata effettuata alla fine di gennaio, a Settesorelle in comune di Vernasca, a carico di un uomo perché esercitava la caccia agli ungulati con una trappola costituita da un recinto con chiusura a ghigliottina in grado di catturare più esemplari contemporaneamente. Caso analogo in comune di Alseno, nel febbraio del 2014, dove ad essere denunciato a piede libero fu un Bresciano. Nel novembre scorso due cacciatori furono segnalati all’Autorità Giudiziaria per utilizzo di richiami elettroacustici vietati per la caccia agli uccelli migratori. Inoltre, diverse sono state le sanzioni elevate, per illecito amministrativo e per violazioni alla normativa sulla caccia.

Anche questa stagione venatoria, appena conclusa, ha visto la Polizia Provinciale, impegnata con uomini e mezzi, al costante controllo del territorio al fine di prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio faunistico.

L’intervento di questi giorni conferma la volontà della Polizia provinciale di assicurare da un lato, il presidio di territori rurali di montagna e collina sempre meno popolati, dall’altro il contrasto al fenomeno del bracconaggio, dovuto tra l’altro, all’aumento della superficie boscata o incolta con conseguente massiccia presenza di ungulati selvatici, caprioli, cinghiali, cervi e daini capaci di attirare l’attenzione dei sempre purtroppo numerosi bracconieri.

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