Maxi mungitura a Bologna, in piazza 400 piacentini
05 Marzo 2015 19:01
Il falso parmigiano ha superato per la prima volta nel mondo la produzione di quello originale. Un danno inaccettabile per gli allevatori, stimato nella sola Emilia-Romagna nella perdita di 35mila posti di lavoro. La mazzata del prezzo è stata anche peggiore: gli allevatori infatti devono vendere almeno tre litri di latte per potersi pagare anche solo un caffè al bar. Per salvare le stalle italiane, i rappresentanti degli oltre 380 allevamenti da latte piacentini, guidati da Coldiretti, si sono presentati in piazza XX Settembre a Bologna, per la più grande operazione pubblica di maxi mungitura mai realizzata prima in Italia: consiglieri regionali, presidenti di Provincia, sindaci, assessori e l’immancabile Jimmy Ghione di Striscia la Notizia, hanno dimostrato la loro solidarietà agli allevatori e protestato contro il falso Made in Italy.
Notizia delle 7
Coldiretti in piazza contro l’invasione del falsi. Allevatori in prima linea
Saranno in prima linea gli allevatori piacentini nella mobilitazione organizzata da Coldiretti che vedrà portare in piazza, per la prima volta, il popolo del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano. Un modo per reagire di fronte ad una crisi senza precedenti che sta facendo più danni del terremoto che tre anni fa ha fatto cadere a terra centinaia di migliaia di forme e distrutto stalle, caseifici e magazzini.
Saranno migliaia tra produttori, casari, stagionatori, gastronomi e consumatori che si ritroveranno questa mattina dalle ore 9,30 a Bologna in piazza XX Settembre dove sarà realizzata la “prima galleria dei nemici del Parmigiano” per smascherare i falsi scovati nei diversi continenti che fanno delle due eccellenze italiane, i prodotti agroalimentari made in Italy più imitati al mondo. Ad evidenziare le differenze con il prodotto originale nella piazza ci saranno i casari che prepareranno le forme secondo gli antichi rituali, con caldaio di rame su fuoco di legna ed una vera e propria stalla con vacche rosse, la storica razza da cui è nato il Parmigiano Reggiano.
A preoccupare gli allevatori emiliano romagnoli sono le difficoltà dei grandi formaggi Dop, i cui prezzi alla produzione sono letteralmente crollati negli ultimi due anni. I prezzi del Parmigiano Reggiano sono passati, per il prodotto stagionato 12 mesi, dai 9,50 euro del 2012 ai 7 euro attuali, e sono insufficienti a ricoprire i costi di produzione; la situazione è analoga per il Grana Padano stagionato 9 mesi, che è passato dagli 8,13 euro del 2011 ai 6,84 di fine 2014.
Tutto questo mentre le vie del latte e del formaggio low cost e di bassa qualità si moltiplicano, comprendendo Germania, Austria, Francia, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania. Così vengono “scaricati” nel mercato simil grana e fiumi di latte e cagliate che vengono lavorati poi nel nostro paese diventando magicamente mozzarelle, grana e altri falsi formaggi “italiani”.
“Una concorrenza sleale, ha commentato Massimo Albano, direttore Coldiretti Piacenza, nei confronti dei prodotti autentici che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione.”
Il mercato dei similgrana prodotti nell’Unione Europea è un’operazione che, da calcoli prudenziali, vale sul mercato della distribuzione 2 miliardi di euro e che corrisponde, in termini di valore, all’export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano.
“Il nostro paese, ha concluso Albano, importa oltre 1.000.000 di quintali di cagliate pari al 10% dell’intera produzione nazionale di latte, un dato disarmante che deve far suonare un campanello d’allarme nelle teste dei consumatori: dove finiscono questi semilavorati di bassa qualità? Per difendere il prodotto italiano occorre fermare queste vere e proprie “autostrade del latte” senza nome e senza virtù!”
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