Allergeni nei piatti: ristoratori e baristi devono indicarli. “Si può morire”
12 Marzo 2015 16:42
Milioni di persone in Italia soffrono di allergie o intolleranze alimentari. E’ un fenomeno ormai fuori controllo. Per andare incontro alle esigenze di chi ha “problemi” con il cibo sono state approvate nuove leggi che riguardano la somministrazione degli alimenti nei bar, ristoranti, mense ospedaliere e scolastiche o nei catering.
La regola è uguale per tutti: indicare la presenza di allergeni nei prodotti somministrati ai clienti. La normativa è uscita il 13 dicembre 2014 ma, ad oggi, non tutti i titolari dei locali piacentini la rispettano.
Sono ancora molti i ristoranti o trattorie dove nel menù non sono nemmeno descritti gli ingredienti del piatto proposto.
“Ci sarebbero due modi per mettersi in regola – spiega Marco Delledonne, direttore del Programma di Sicurezza alimentare dell’Ausl di Piacenza -. Il primo sarebbe quello di scrivere accanto ad ogni voce del menù i possibili allergeni presenti negli alimenti serviti, l’altra soluzione potrebbe essere quella di creare una carta a parte”.
Sulla base di quanto riportato nella circolare del Ministero della Salute è da ritenere fuori legge il cartello unico degli ingredienti, perché si tratta di un’indicazione generalizzata e quindi pericolosa per i consumatori vulnerabili a certi ingredienti.
Tra gli allergeni presenti nell’elenco stilato dal Ministero compaiono per esempio mandorle, noci, nocciole, cereali contenenti glutine.
“Purtroppo, al momento, non possiamo multare gli esercizi che non rispettano la normativa perché non sono previste specifiche sanzioni – ha proseguito Delledonne – ma confidiamo che le cose possano cambiare presto perché i rischi sono molto alti. Se un cliente dovesse sentirsi male perché non ha ricevuto un’informazione corretta, al ristoratore potrebbe essere riconosciuta una responsabilità diretta. Con queste cose non si scherza, per un’allergia alimentare si può anche morire”.
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