Rocchi ospite degli arbitri che dicono stop alla violenza: “Ora un codice etico”
26 Maggio 2015 11:14
“Arbitrare in Champions è più semplice che dirigere una partita di Seconda Categoria”. Parola dell’internazionale Gianluca Rocchi, ospite d’onore ieri sera della sezione piacentina degli arbitri che, a Niviano, si è riunita per il consueto appuntamento di fine stagione. Tempo di riconoscimenti, con il “premio Marenghi” assegnato all’osservatore Piero Corbellini, ma soprattutto tempo di bilanci, al termine di una maratona lunga 2300 partite. Un bilancio che non può non risentire dei gravi casi di violenza che hanno visto le giacchette nere, loro malgrado, protagoniste.
“E’ stata una stagione nera da questo punto di vista – ha detto Domenico Gresia, presidente della sezione -: purtroppo si tratta di problemi che ci accomunano ad altre realtà. Assistere dalla tribuna a certe partite, è molto triste e gli insulti che vengono rivolti non solo a giovani arbitri, ma anche ad avversari, significa realmente che urge muoversi in fretta per recuperare la cultura sportiva. In questo senso, il rugby ha tanto da insegnare al calcio”.
Come uscirne? Il presidente Gresia è partito con la propria battaglia: “Vogliamo arrivare ad un codice etico al quale tutte le società dovrebbero attenersi per poter prender parte ai campionati. Si tratterebbe di un’iniziativa che farebbe di Piacenza la “primogenita” anche in questo particolare ambito. Il presidente Figc Luigi Pelò ha dimostrato di credere nella nostra proposta che spero possa trovare attuazione al più presto”.
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