“Il Trebbia non è un giocattolo”: cittadini e sindaci per la balneabilità
01 Luglio 2015 19:08
Il Trebbia, così attraente, è “il petrolio del turismo nel Piacentino”. Ma di fronte all’ennesima tragedia, quella di Dario Triglione, il ragazzo pavese di soli 26 anni il cui corpo è stato ritrovato a cinque metri di profondità a San Salvatore di Bobbio, la comunità dell’alta Valtrebbia non smette da giorni di interrogarsi, per provare a chiedere un fiume più sicuro. “Il fiume non è un giocattolo”, concordano residenti, anziani del luogo, canoisti ed ex nuotatori esperti di fiume.
Nessuna acqua interna dolce sarebbe teoricamente balneabile in regione. E’ proprio questa legge che il sindaco Roberto Pasquali – e su questo concordano anche gli ambientalisti – intende far modificare, a partire dall’11 luglio, quando a Bobbio si riuniranno i vertici regionali e locali per discutere il “Contratto di fiume”. Così il fiume potrebbe essere dotato di strutture leggere più sicure, bagni e servizi di assistenza.
Giovanni Alberti, presidente della Pro Loco di Bobbio, si appella al direttore del Demanio, Roberto Reggi, perché conceda le sponde del fiume al Comune, in modo da adottare iniziative di sicurezza per la balneabilità, come ad esempio l’introduzione di un bagnino.
Alcuni cittadini, come Sara Balletti, che gestisce un chiosco alla Berlina di Bobbio, hanno ipotizzato anche un bagnino fai da te, cioè stipendiato dalle stesse attività sul fiume: “Ma chissà se è possibile, in Italia ti multano con niente” ha detto Sara.
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