Zone umide, lago e tanti arbusti:
è il futuro della cava di Gossolengo
15 Luglio 2015 06:52
Sedici ettari di terra prelevati a suo tempo dal fiume sono pronti a ritornare al Trebbia grazie alla creazione di zone umide, di un lago e alla piantumazione di 5mila nuove essenze: l’ex impianto di lavorazione di ghiaia a Ponte Nuovo di Gossolengo – compreso nel polo estrattivo Molinazzo – sarà completamente rinaturalizzato fino a confondersi con il vicino Parco del Trebbia grazie ad un intervento di Inerti Trebbia attualmente sottoposto a procedura di Via. Se n’è discusso ieri sera a Gossolengo con il sindaco Angelo Ghillani, il direttore nazionale della Lipu Danilo Selvaggi, il presidente dei Parchi del Ducato Agostino Maggiali con il responsabile dell’area conservazione della macroarea Sergio Tralongo e Adalgisa Torselli del settore ambiente della Provincia.
Nell’area che sarà oggetto di recupero, contigua al Parco e scavata dagli anni Settanta, oggi c’è un piazzale inghiaiato con alcune attrezzature da dismettere. «Le zone più esterne si sono già naturalizzate autonomamente in questi anni in cui l’attività è stata sospesa» fa notare il geologo Filippo Lusignani che ha realizzato il progetto dell’area verde. «Allo stesso modo, sette vasche di decantazione per il lavaggio della ghiaia sono già diventate zone umide di pregio e per questo non saranno toccate. Viceversa, si provvederà ad asportare uno strato di circa mezzo metro nel piazzale per bonificarlo e al centro sarà scavato un lago, scendendo fino a 6,5 metri». Si caveranno in tutto 57mila metri cubi di ghiaia contro 150mila previsti e nella zona circostante si ricreerà un ambiente a “macchia radura” tipico del Trebbia. Tutto intorno, saranno creati sentieri e piste ciclabili attorno al lago, con la posa di cartellonistica con l’indicazione delle specie animali e vegetali presenti. Dopo tre anni di lavori, l’area verde sarà pronta e sarà quindi ceduta al Comune per inserirla a sua volta nel Parco.
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