Schianto durante inseguimento: rinviato a giudizio l’autista del camion fermo
12 Ottobre 2015 18:27
Si è tenuta oggi l’udienza preliminare davanti al gup Giuseppe Bersani a carico dell’autista 46enne moldavo accusato di omicidio colposo e lesioni gravissime. L’uomo si trovava a Castelsangiovanni a bordo del camion contro il quale il 29 settembre dello scorso anno si è schiantata l’auto dei carabinieri con a bordo Luca Di Pietra, morto sul colpo e il collega Massimo Banci, rimasto gravemente ferito. Per la Procura la posizione in cui si trovava in sosta il camion era irregolare e sarebbe la causa dell’incidente. I carabinieri, che stavano inseguendo un’auto sospetta non avrebbero avuto la possibilità, anche per la presenza di sterpaglie, di accertarsi dell’esatta posizione dell’autoarticolato. L’autista è difeso dall’avvocato Marco Malvicini che fa presente come “il suo assistito sia considerato un instancabile lavoratore, stimato dalla ditta che lo ha assunto. E’ sotto choc per quanto accaduto”. Era stato il camionista a dare l’allarme assieme ad una guardia del servizio di vigilanza del polo logistico. L’uomo stava dormendo nella cabina del camion quando era stato svegliato da un boato. Era sceso scoprendo l’auto dei carabinieri infilata per metà sotto la parte posteriore del cassone. Come accertato dall’ingegner Marco Checchini, consulente tecnico della Procura, al momento dell’impatto contro l’ostacolo fermo, la Bravo dei militari, in frenata, stava procedendo a una velocità appena superiore ai sessanta chilometri all’ora. All’udienza si sono costituiti parte civile il militare Massimo Banci, rimasto ferito nell’incidente e i parenti di Di Pietra. Il gup ha rinviato a giudizio l’autista. La prossima udienza si terrà il 4 dicembre.
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