Delitto Manesco, Grassi in aula: “Ecco come è andata quel giorno”
20 Ottobre 2015 15:34
Giornata chiave per il processo a Gianluca Civardi accusato, insieme all’amico Paolo Grassi, di aver ucciso il professor Adriano Manesco nell’appartamento della vittima in via Settembrini a Milano il 7 agosto 2014. In Corte di Assise a Milano è stato interrogato Paolo Grassi, condannato all’ergastolo nel mese di luglio con rito abbreviato.
Con pacatezza, Paolo Grassi questa mattina ha risposto alle domande del pm ripercorrendo la giornata del 7 agosto 2014, dal viaggio a Milano fino al ritorno a Piacenza. In aula ad ascoltarlo c’era anche l’amico e imputato Gianluca Civardi. Nella lunga testimonianza Grassi ha raccontato che i due avevano deciso assieme di voler uccidere una persona e di aver individuato Manesco come vittima. Insieme hanno acquistato gli oggetti legati all’omicidio e hanno fatto i sopralluoghi. Grassi però ha specificato di non aver partecipato materialmente all’omicidio di Manesco perché ha dichiarato di aver sempre avuto paura del sangue e per questo avrebbe cercato di non guardare.
Grassi ha raccontato di aver legato le mani al professore quando era ancora vivo ma a strangolare, accoltellare e fare a pezzi Manesco sarebbe stato Gianluca Civardi. Grassi poi, sempre in base al suo racconto, ha contribuito a pulire la casa e trasportare le valigie con i resti della vittima. Prima di ucciderlo, i due avrebbero costretto Manesco a consegnare i dati bancari.
L’avvocato Andrea Bazzani, difensore di Gianluca Civardi, ha dichiarato: “Contestiamo questa ricostruzione che secondo noi non collima con la dinamica effettiva. Le perizie hanno rivelato che il delitto non poteva essere stato commesso da una persona sola”.
Paolo Grassi ha dichiarato in aula che Civardi gli aveva confessato, in un periodo di difficoltà, di voler uccidere una persona per capire cosa si prova.
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