Carne e tumori, la difesa delle associazioni piacentine: “No allarmismi”
27 Ottobre 2015 17:17
Fa discutere il rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità sul consumo di carne rossa e insaccati. In particolare l’Oms punta il dito contro le carni lavorate inserite tra le sostanze considerate “cancerogene” e le carni rosse inserite tra quelle “probabilmente cangerogene”.
“E’ stato eseguito su scala globale e dunque su abitudini alimentari molto diverse come quelle statunitensi caratterizzate dal consumo del 60 per cento di carne in più rispetto agli italiani”. Questo il commento di Coldiretti Piacenza che parla di “clima allarmistico e, per quanto riguarda il nostro Paese, immotivato se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore e che i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana”. A dover rassicurare i consumatori italiani è tra l’altro – rivela la Coldiretti – una frase riportata sullo stesso studio dell’Oms dove si afferma chiaramente che “E’ necessario capire quali sono i reali margini di rischio ed entro che dosi e limiti vale la pena di preoccuparsi davvero”.
“I rapporti monografici dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) – osserva Confagricoltura – si basano sull’identificazione degli agenti di rischio e non sulla valutazione del rischio. “Migliorare l’alimentazione, arricchendola anche di carne, ci ha portato ad un’età media più elevata – commenta Giovanna Parmigiani, presidente della sezione di prodotto Carni Bovine e Suine di Confagricoltura Piacenza e presidente della Federazione Nazionale di Prodotto di Confagricoltura – lo studio pubblicato parla di consumi giornalieri, evitiamo assiomi semplificatori che possono indurre a stili alimentari a loro volta sbagliati, tutti gli eccessi sono sempre dannosi. Gli scarichi delle auto emettono polveri cancerogene, ma nessuno di noi rinuncia alla propria automobile. Depennare dalla dieta le carni rosse sarebbe come rinunciare ad uscire di giorno perché un’eccessiva esposizione al sole aumenta il fattore di rischio per i tumori”.
Interviene sul tema anche il Consorzio La Carne che Piace. “L’allarme dell’Oms, e in particolare dell’Agenzia per la ricerca sul cancro Iarc, non dà risposte assolute – spiega Paolo Maloberti, presidente del Consorzio – perché parla di consumi eccessivi senza indicare le quantità. Sui metodi di cottura, barbecue o fiamme libere che aumenterebbero certe sostanze chimiche cancerogene, lo stesso Iarc dice che non ci sono, però, dati sufficienti per sostenere che la cottura agisca sul rischio di cancro. L’Oms parla di legame tra certe carni e il rischio di sviluppare un tumore. Insomma, nulla di definito”. Gli italiani, ricorda Maloberti, mangiano circa 80 chili di carne a testa all’anno contro i 120 degli americani o degli australiani”.
Comunicato Consorzio La carne che piace
Comunicato Coldiretti
Comunicato Confagricoltura
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