Arrestarono la banda della Uno bianca: “Non siamo eroi, era nostro dovere”
05 Novembre 2015 18:41
Indossavano la divisa con il dovere di difendere i cittadini invece li uccidevano barbaramente per soldi. La banda della Uno bianca ha terrorizzato l’Emilia Romagna dall’87 al 94 e tutta l’Italia rimase scioccata quando gli spietati killer vennero smascherati e si scoprì che erano agenti della questura di Bologna.
Assaltavano supermercati, caselli autostradali, banche, distributori di benzina. Centotre i colpi messi a segno, 24 i morti, 102 i feriti. Una scia di sangue alla quale hanno posto fine i colleghi che hanno condotto le indagini. Grazie all’intuito di due giovani investigatori della questura di Rimini la polizia arrestò i 5 componenti della banda.
Luciano Baglioni e Pietro Costanza sono i protagonisti del libro scritto dal giornalista Marco Melega e oggi sono intervenuti alla Scuola allievi agenti di Polizia di Piacenza per l’incontro organizzato dal sindacato Siap.
“Noi non vogliamo essere considerati eroi, ci è stato affidato un incarico e lo abbiamo portato a termine – spiega Costanza -; il momento più drammatico è stato scoprire che quei criminali senza scrupoli erano colleghi”.
Per la prima volta ha rilasciato un’intervista anche Luciano Baglioni. “Non amo apparire – spiega ai microfoni di Telelibertà -, quando abbiamo scoperto chi erano veramente i killer eravamo proprio nella questura di Bologna, avevamo paura e siamo andati via”. Le meticolose indagini sono state portate avanti con tanti sacrifici e i due poliziotti hanno rischiato la vita. Questo il loro consiglio alle giovani leve: “L’onestà prima di tutto”.
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