Prezzo latte, fumata nera. Coldiretti annuncia: “La guerra continua”
12 Novembre 2015 18:55
“C’è la volontà di alimentare tensioni nel Paese con la provocatoria offerta di un centesimo in più per litro di latte, che umilia il lavoro quotidiano degli allevatori italiani”. E’ quanto afferma la Coldiretti alla conclusione del tavolo sul latte con Assolatte al ministero delle Politiche Agricole. “Si vuole deliberatamente destabilizzare il sistema – denuncia la Coldiretti – proprio nel momento in cui la ripresa dei consumi, dell’economia e dell’occupazione fa ben sperare anche per l’agroalimentare che è la principale voce di spesa dei cittadini. Si rischia di annacquare i buoni risultati per il settore agricolo realizzati con la legge di stabilità varata dal Governo Renzi. Una comoda sponda per le forze che non credono nel Paese e vogliono mantenere bloccata l’Italia”.
Nel mirino ancora le grandi industrie, a cominciare dalla multinazionale francese Lactalis, proprietaria dei marchi Parmalat, Galbani, Locatelli e Invernizzi: “Insieme ad altri industriali – aggiunge Coldiretti – vuole colpire il vero Made in Italy, fatto con latte italiano. Sembrano prevalere le ragioni di un patto scellerato tra Lactalis, quota parte dell’industria e i grandi traders del latte, per puntare sulla produzione straniera da rivendere ai consumatori italiani a prezzi maggiorati fino al 50 per cento rispetto a quelli di altri Paesi europei. Il disegno è chiaramente quello di far chiudere il maggior numero di stalle per dimezzare la produzione italiana e lucrare sull’ importazione di latte da Paesi con meno controlli e bassa qualità”.
La Coldiretti, protagonista di quattro giorni di presidio a Ospedaletto Lodigiani, alza il livello della mobilitazione “per difendere le stalle, il lavoro, il territorio da coloro che non rispettano la legge e vogliono umiliare il Paese. Gli allevatori della Coldiretti chiedono che il compenso riconosciuto sia almeno commisurato ai costi di produzione che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro secondo l’analisi ufficiale effettuata dall’Ismea in attuazione della legge 91 del luglio 2015 che prevede l’obbligo di contratti a dodici mesi”.
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