Caduti dal rimorchio a Rezzano, emerge un sistema di lavoro nero
24 Dicembre 2015 13:36
E’ grazie ad un lungo ed efficiente lavoro in sinergia tra Nucleo tutela del lavoro dei carabinieri, Polizia stradale, Ispettorato del lavoro, Inail e Inps, che si sono potute concludere le indagini sull’incidente stradale del 28 agosto scorso a Rezzano di Carpaneto, quando – nella prima mattinata – una decina di persone caddero da un rimorchio agricolo e tre di queste vennero travolte da un furgone in transito.
Le indagini hanno permesso di scoprire un sistema di sfruttamento del lavoro nero per il quale venivano impiegati quotidianamente una dozzina di giovani lavoratori, tutti di Nigeria e Gambia. Arrivavano alla mattina in bicicletta, venivano caricati sul rimorchio e utilizzati per la raccolta di pomodori e uva. Il loro compenso era di 90 centesimi a cassetta di pomodori e 5 euro all’ora per la raccolta dell’uva.
Gli investigatori hanno anche potuto appurare che alla guida del trattore, di proprietà di un 59enne titolare di una azienda agricola del luogo, c’era il fratello pensionato.
Sono quindi scattate le sanzioni per il titolare dell’azienda: di tipo amministrativo, con il pagamento di una multa da 62mila euro più altri 6mila per evasione dei contributi Inps, e una denuncia per fuga, omissione di soccorso e lesioni.
“L’incidente stradale si è rivelato essere un caso fortuito che ha permesso di scoprire aspetti di illegalità nel mondo del lavoro – ha spiegato il direttore dell’Ispettorato del lavoro Alberto Gardina -, anche se dobbiamo dire che nell’agricoltura, anche grazie alla meccanizzazione della raccolta dei prodotti, non si registrano più casi di irregolarità”.
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