Stretta sui farmaci di fascia C, famigliari di pazienti in consiglio comunale
01 Agosto 2016 19:30
La preoccupazione per la stretta sulla fornitura gratuita di farmaci di fascia C alle strutture sanitarie del piacentino sfocia anche in consiglio comunale. Oggi pomeriggio in apertura di seduta un gruppo di famigliari di alcuni ricoverati della casa di cura San Giuseppe ha chiesto e ottenuto, grazie anche all’intercessione del consigliere Tommaso Foti (FdI-An), di essere ascoltato dal sindaco Paolo Dosi.
“Abbiamo ricevuto la comunicazione in maniera inaspettata – hanno fatto presente alcuni componenti della delegazione -; in alcune strutture ci sono pazienti che vivono con solo 500 euro di pensione e devono già pagare una retta piuttosto salata. Per noi è una “mazzata” dover pagare quei farmaci”.
Sono classificati in fascia C i farmaci non mutuabili con obbligo di ricetta e appartengono a questa categoria circa 3.800 specialità – tra cui antidolorifici, antinfiammatori, antidepressivi, anticoncezionali-, per le quali non è previsto alcun rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale, ma è necessaria la prescrizione medica. Se fino a ieri nel contratto di servizio l’Ausl di Piacenza stabiliva che la fornitura dei farmaci previsti nel prontuario terapeutico Aven (Area vasta Emilia nord) e nei piani terapeutici personalizzati, compresi i farmaci fascia C, fosse a carico dell’azienda e che fosse estesa con le stesse modalità agli ospiti non convenzionati, dal primo luglio le cose sono cambiate: con il nuovo contratto di servizio, l’Ausl ha inserito una nuova formulazione che esclude la fornitura di diversi farmaci di fascia C a proprio carico, anche nelle case residenza per anziani. Il risultato è che molti farmaci di questa categoria, che rappresentano circa il 60% delle terapie in uso presse le strutture, secondo la formulazione del contratto di servizio in vigore, sono esclusi dalla gratuità.
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