Colate di fango e detriti, in un rapporto Arpae gli effetti morfologici dell’alluvione 2015
03 Novembre 2016 07:02
Sono ancora osservabili, oggi, le forme erosive create dall’alluvione del 14 settembre 2015. Un report di Arpae, pubblicato sul sito dell’Agenzia, le ha analizzate, censendo movimenti in massa e colate di detrito, con lo scopo di illustrare nel dettaglio gli effetti sul territorio di precipitazioni di elevatissima intensità: si tratta di seicento evidenze di effetti al suolo, nei bacini di Trebbia, Nure, Ceno e Arda, in particolare riconducibili a fenomeni di trasporto in massa chiamati “debris slide” (207), “debris flow” di versante e canalizzate (286, soprattutto in Valdaveto) e colate di fango (“mud flow” in inglese, presenti in 135 situazioni), che hanno movimentato una notevolissima quantità di materiale solido.
Da questi dati emerge come la morfologia delle valli sia cambiata profondamente, dopo che il sistema temporalesco, quella drammatica notte, aveva scaricato circa 300 millimetri in sei ore con punte d’intensità oraria superiori ai 100 millimetri all’ora registrate dalle stazioni meteorologiche.
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