Gli indagati: “Uscite giustificate per accelerare le pratiche”
04 Luglio 2017 05:24
“Ero fuori ufficio per portare alcuni documenti al mio dirigente, evitandogli così di perdere tempo. Così facendo ho accelerato le pratiche, non le ho certo rallentate“. Si è difesa così una dipendente comunale che è stata già sentita giudice per le indagini preliminari Stefania Di Rienzo per gli interrogatori di garanzia che sono iniziati sabato ai 50 lavoratori indagati perché accusati di aver timbrato il cartellino per poi uscire a farsi i fatti proprio al bar, in palestra o a fare compere.
Quasi tutti coloro che sono già stati ascoltati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma qualcuno ha voluto spiegare la propria posizione: “Erano uscite giustificate da ragioni di servizio e anche togliendo quel tempo il monte delle ore lavorate è comunque superiore al minimo contrattuale, quindi non ho lavorato un minuto di meno rispetto al dovuto”.
Gli avvocati difensori hanno anche portato all’attenzione del giudice lo stato di servizio e il giudizio sull’operato che gli indagati hanno ottenuto: qualcuno aveva una produttività pari al 99,5%, praticamente il massimo possibile.
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