Cancello murato con il fieno, cittadini divisi sull’accoglienza
24 Agosto 2017 19:47
I 15 profughi minorenni sono chiusi nell’ex scuola elementare di Breno, nel comune di Borgonovo dalla sera del 23 agosto. Ai cancelli della porta di ingresso della struttura è comparsa una grossa catena per impedire eventuali incursioni notturne da parte di malintenzionati dopo la rivolta scoppiata il giorno dell’arrivo dei giovani quando un gruppo di persone, probabilmente residenti della zona, ha murato i punti di accesso all’edificio con enormi balle di fieno e ha lasciato scritte razziste sui muri.
I minori hanno tra i 13 e i 17 anni e arrivano dal Senegal, Sierra Leone, Ghana, Nigeria, Bangladesh, Gambia, Guinea ed erano ospiti da un anno di un centro di accoglienza a Bologna. Ognuno viaggia con la propria storia di povertà e di guerra. Resteranno in osservazione qualche giorno e poi usciranno ma sempre accompagnati da un operatore – assicurano i responsabili della cooperativa Ippogrifo che li hanno in gestione. I residenti di Breno e frazioni limitrofe hanno espresso molti dubbi sulla questione sicurezza. “Non li vogliamo” – ha detto una donna anziana, mentre altri cittadini lamentano il fatto che in Val Tidone si sia già ampiamente superato il tetto di accoglienza. Il sindaco di Borgonovo Pietro Mazzocchi ha annunciato che, se la situazione non dovesse migliorare, abbandonerà qualsiasi progetto di volontariato già attivo. Fino a pochi giorni fa erano 26 i profughi accolti dal Comune e impiegati in lavori socialmente utili, con l’arrivo dei minorenni si è superata quota 40. In tutta la provincia di Piacenza, l’ultimo dato fornito dalla Prefettura di Piacenza, parla di 1.100 profughi distribuiti sul territorio.
Intanto proseguono le indagini da parte dei carabinieri per individuare i responsabili delle scritte comparse ai lati dell’edificio.
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