Maltrattamenti quotidiani: in 10 mesi 266 donne hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza di Piacenza, quasi una al giorno
20 Novembre 2017 15:46
Nei primi 10 mesi dell’anno, ben 266 donne si sono rivolte al centro anti-violenza di Piacenza, in 216 casi denunciando abusi e maltrattamenti. Quelle accolte nella struttura piacentina sono 129, di cui 81 italiane e 48 straniere.
Sono i dati forniti dal coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna in vista della Giornata mondiale contro la violenza alle donne, il 25 novembre.
Sono 3.139 le donne che hanno subito violenza e si sono rivolte ai centri dell’Emilia-Romagna dal 1 gennaio al 31 ottobre 2017. In media 8,6 donne ogni giorno. Cifre che tracciano un quadro sostanzialmente stabile nel biennio 2016-2017.
In aumento, invece, l’accoglienza nei centri antiviolenza e le iniziative messe in campo dalla Regione per contrastare il fenomeno. Sono i dati forniti dal coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna, che parlano inoltre, per lo stesso periodo del 2017, di 2.360 nuovi contatti alle strutture.
Le donne accolte finora nei centri (sempre al 31 ottobre), risultano 2.318: 1.497 italiane e 821 straniere, su un totale di 3.506 attualmente presenti nelle strutture regionali. Le donne con figli risultano 1.644. Le violenze molto spesso riguardano anche i minori: 1.481 i casi al 31 ottobre. Numerose anche le richieste di informazioni, di ospitalità in emergenza e di intervento terapeutico sull’autore violento.
“I dati – ha commentato oggi l’assessora regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, nel corso di una conferenza stampa in Regione in cui sono stati presentato i dati – ci consegnano una situazione ancora preoccupante. Consapevoli che il lavoro da fare resta ancora tanto, possiamo certamente riconoscere che quanto fatto dalla rete dei centri antiviolenza della nostra regione si conferma un’eccellenza a livello nazionale. Prevenzione partendo dalle scuole, formazione degli operatori, risorse per nuovi centri e nuove case a sostegno dell’autonomia delle donne vittime di violenza e infine tenere insieme enti locali, associazioni e rete dei presidii, sono i punti cardine dell’azione regionale per il contrasto alla violenza sulle donne”.
Samuela Frigieri, presidente del coordinamento dei centri antiviolenza, ha illustrato il lavoro quotidiano dei centri, che viene portato avanti da trent’anni: “La violenza non deve essere un fatto privato ma pubblico, perché solo così si possono attivare strumenti politici per dare sostegno alle donne”.
VIOLENZA SULLE DONNE: I DATI
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