Su 400 malati di tumore 160 hanno perso il lavoro. L’idea: “Creiamo la carta dei diritti”
27 Novembre 2017 18:25
Più di 400 pazienti, malati di tumore, intervistati dall’Ausl di Piacenza a distanza di sei mesi dalla diagnosi: per capire se il mondo del lavoro li abbia messi alla porta, o li abbia fatti sentire accolti, compresi. Tante le testimonianze al convegno organizzato dal dottor Luigi Cavanna nella Sala delle colonne dell’ospedale. “Ancora oggi sono costretta a dividermi tra un lavoro precario e l’altro. Dopo il tumore, sono stata licenziata”, è quanto detto da una delle “donne coraggio” intervenute. Decine i casi come il suo. Almeno 160 sui 400 malati hanno perso il lavoro, dopo qualche mese; qualcuno anche perché non riusciva a reggere alle cure e alle conseguenze debilitanti e quindi ha rinunciato. Dal convegno, a partire dalla proposta lanciata dall’avvocato Alessandro Miglioli, anche vicepresidente di Editoriale Libertà, è nata l’idea di dare vita a un manuale che possa orientare chi si trova in fragilità nei propri diritti. Perché la legislazione oggi a riguardo è ancora piuttosto lacunosa: si potrà fare di più, anche arrivare a una Carta dei diritti del malato, prima in Italia, che veda al fianco delle istituzioni piacentine anche l’oncologia di Modena.
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