Commozione per l’addio al sergente Mirko Rossi. “Artigiano della giustizia”
01 Dicembre 2017 20:02
Avvolta nel tricolore, la bara del sergente maggiore capo Mirko Rossi è entrata nell’hangar del Distaccamento aeroportuale di San Damiano accompagnata dai commilitoni in divisa. Militari speciali gli Incursori del 17esimo stormo dell’Aeronautica italiana, ma persone normali di fronte al dolore per la perdita di un amico scomparso prematuramente martedì 28 novembre a Guidonia, durante un addestramento con il paracadute. Uomini di cui non possiamo riferire i nomi e riprendere i volti ma possiamo riportare i loro sentimenti sinceri che hanno riecheggiato nella base militare: “Lasceremo sempre libero il tuo posto a tavola e sapremo che sei lì. Combattere al tuo fianco era una garanzia perché trasmettevi sicurezza e professionalità”. La cerimonia è stata officiata dall’ordinario militare monsignor Santo Marcianò:“Mirko era un artigiano della giustizia. L’ha portata dove c’era corruzione, violenza e discriminazione e ora è come un germoglio che nasce su terreni aridi ma porta un futuro di speranza”. Alle esequie era presente anche il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Enzo Vecciarelli: “Non ho parole per confortare i familiari ma a nome dell’Aeronaurica sento di rendere onore alla generosità e al suo altruismo”. Mirko Rossi, 41 anni, genovese di origine e piacentino di adozione, lascia la moglie Isabella, i genitori, il fratello e tanti amici. L’Incrusore dell’Aeronautica aveva conseguito il brevetto per il volo presso l’Anpdi di Piacenza, l’istruttore Enzo Spadavecchia ricorda: “Era il 2003, si vedeva che era una persona molto determinata, il suo sogno era entrare nelle forze speciali”. Anche gli amici bikers hanno portato il loro saluto durante la cerimonia: “Eri un tripudio di cose meravigliose. Se riesci dacci un segno, in qualche modo continua a darci una mano. Ciao fratello”. Suona il silenzio. È tempo dell’addio.
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