Gioco d’azzardo, oltre 460 milioni spesi nel Piacentino in un anno
01 Dicembre 2017 10:30
Oltre 466 milioni di euro spesi nel 2016 nella provincia di Piacenza nel gioco d’azzardo tra slot machine, Gratta&Vinci, Superenalotto, giochi virtuali, Lotto e Bingo. I dati, arrivati dall’agenzia dei Monopoli che fotografano nel dettaglio la mole di gioco nelle singole province dell’Emilia-Romagna, ha indotto gli esponenti del Movimento 5 Stelle Gianluca Sassi e Maria Edera Spadoni, rispettivamente consigliere regionale e portavoce alla Camera, a sollecitare i Comuni della provincia di Piacenza ad approvare e rendere subito operative le delibere no-slot-vlt per limitare orari e fissare distanze dai luoghi sensibili, così come sancito dalla legge regionale.
Impressionanti i dati emersi dall’analisi dei Monopoli, dai quali emerge che mediamente per ogni famiglia piacentina la spesa annuale per il gioco d’azzardo supera i 3500 euro, ovvero quasi 300 euro ogni mese.
“Soldi che – si legge nel loro comunicato -, oltre che andare letteralmente in fumo, rappresentano un danno economico e sociale all’economia reale, al piccolo commercio, ai servizi, ai ristoranti, ai negozi. Se poi a queste perdite aggiungiamo la spesa sanitaria per curare la ludopatia i costi sociali diventano enormi e molto preoccupanti”.
Entrando nel dettaglio delle tipologie di giocate si scopre che in provincia di Piacenza a farla da padrone nell’universo dell’azzardo sono le slot machine e le videolottery che rappresentano il 66% delle giocate totali, con quasi 310 milioni di euro spesi nel 2016. Rilevante anche il gioco online che ha superato i 43 milioni di euro (9,4% del totale). Sulla stessa linea i Gratta&Vinci (38 milioni), Lotto (34,6 milioni) mentre più staccate restano le scommesse sportive (20 milioni), il Bingo (6 milioni) e il Superenalotto (5 milioni).
“Chiediamo anche – si legge ancora nel comunicato – che in Parlamento si approvi al più presto la legge bipartisan per vietare la pubblicità, ferma ormai da 2 anni nonostante il Senato ad ottobre 2015 avesse firmato l’urgenza”.
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